REPowerEU è il piano pubblicato a maggio dalla Commissione Europea che prevede una serie di politiche volte ad interrompere la dipendenza dai combustibili fossili russi, accelerando nello stesso tempo la transizione verde. Ma per risparmiare energia si può fare di più.
All’inizio di aprile, un rapporto storico delle Nazioni Unite ha ricordato che se vogliamo evitare la catastrofe ambientale, bisogna agire “ora o mai più”.
Anche se le condizioni economiche fossero favorevoli, gli scienziati dovrebbero comunque lottare per convincere i responsabili politici ad agire sui cambiamenti climatici. L’impennata dell’inflazione, le difficoltà delle catene di approvvigionamento e gli aumenti dei prezzi dell’energia hanno rafforzato la scelta politica di ritardare l’azione per il clima. E tutti questi fattori sono stati aggravati dalla situazione in Ucraina.
Questo tema è particolarmente sentito nell’Unione Europea (UE): le importazioni dalla Russia rappresentano quasi il 25% del fabbisogno energetico dell’UE. Non c’è quindi da stupirsi se, mentre l’UE si adopera per ridurre la sua dipendenza dal gas russo, diversi Stati membri hanno iniziato a fare maggiore affidamento su fonti energetiche come il carbone per compensare le conseguenti carenze.
Anche se nel breve termine queste misure possono essere giustificate per gestire una crisi in atto, sono scelte del tutto contrarie agli obiettivi net-zero previsti dal Green Deal dell’UE.
REPowerEU: un framework per perseguire gli obiettivi sul clima
Nel tentativo di risolvere questa situazione, a maggio la Commissione Europea ha pubblicato il suo piano REPowerEU, che imposta una serie di politiche volte ad interrompere la dipendenza dai combustibili fossili russi, accelerando nello stesso tempo la transizione verde. Il piano ha come obiettivo la diversificazione delle forniture di gas, l’aumento dell’uso di energie rinnovabili e il maggiore risparmio di energia.
Dal punto di vista delle energie rinnovabili, sono molti gli aspetti positivi contenuti nel piano REPowerEU. Ad esempio, la priorità accordata a politiche quali la strategia dell’UE per l’energia solare è particolarmente incoraggiante.
Quando si tratta di come risparmiare energia, però, si può fare di più: per incentivare l’adozione da parte di chi la consuma di tecnologie digitali che massimizzano energetica, riducono al minimo gli sprechi e assicurano che otteniamo il massimo dall’energia che generiamo.
Il nostro piano d’azione in 10 punti per RePowerEU: un focus sull’uso efficiente dell’energia
Cosa potrebbero prevedere, in pratica, delle politiche di questo tipo? Per aiutare il legislatore a capire quali misure aggiuntive, concrete, si possono adottare per rafforzare RePowerEU in questo senso, abbiamo pubblicato una serie di 10 proposte, incentrate su quattro temi chiave.
1. La digitalizzazione come strumento per aumentare l’efficienza energetica: il miglior Watt è il Negawatt
Quando si tratta di risparmiare energia, si possono raggiungere risultati più rapidi aumentando l’uso di strumenti digitali per l’efficienza energetica, sia negli edifici (con tecnologie di monitoraggio e controllo) che nell’industria (con sistemi di gestione dell’energia).
Secondo la Commissione Europea, le importazioni di gas possono essere ridotte del 2,6% per ogni ulteriore 1% di risparmio energetico. Pertanto, stimiamo che, adottando tecnologie per massimizzare l’efficienza dei consumi, gli edifici e l’industria possano risparmiare ogni anno rispettivamente circa 46 e 17 miliardi di metri cubi (bcm) di importazioni di gas. Nel 2021, il consumo di gas naturale dell’UE ammontava a 412 miliardi di metri cubi, di cui 155 miliardi di metri cubi provenivano dalla Russia. Questo significa che gli edifici da soli possono risparmiare l’equivalente del 29,7% delle importazioni annuali di gas dalla Russia.
Per incoraggiare un’adozione più diffusa di questa tipologia di strumenti, noi consigliamo che i legislatori europei integrino nel piano REPowerEU una combinazione di nuovi mandati giuridici – in particolare riformando la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD) – e ulteriori incentivi sui costi, come l’introduzione di agevolazioni fiscali sui contatori intelligenti.
2. Elettrificazione: minori emissioni di carbonio e maggiore efficienza energetica
L’elettrificazione del riscaldamento negli edifici e nell’industria (attualmente ancora fortemente dipendente dalla combustione di gas o gasolio da riscaldamento) sarà altrettanto cruciale.
L’elettricità è una forma di energia più pulita rispetto alla combustione di petrolio o gas e, con le pompe di calore e altre tecnologie già disponibili, la ricerca indica che l’UE può aumentare il consumo di elettricità per i processi di riscaldamento da circa il 7% al 90% nel caso degli edifici e dal 30% al 78% nel caso dell’industria.
Inoltre, i dispositivi elettrici sono molto più efficienti di quelli a benzina: la resa di un motore elettrico è 3 volte più efficiente rispetto a uno a a combustione interna. E, naturalmente, elettrificazione significa anche ridurre l’inquinamento atmosferico che deriva dalla combustione di combustibili fossili.
Anche in questo caso, l’UE può fare di più per incoraggiare i consumatori e gli altri utenti finali a elettrificare i sistemi di riscaldamento, ad esempio introducendo agevolazioni fiscali per l’installazione di contatori intelligenti.
3. Decentralizzazione: flessibilità, resilienza e rinnovabili
Raccomandiamo che si adottino misure proattive per decentralizzare il nostro sistema energetico, incentivando l’uso di nuove tecnologie legate ai pannelli solari sui tetti, alla flessibilità della domanda, alle microgrid e alla ricarica intelligente dei veicoli elettrici (EV).
Sebbene il piano REPowerEU presenti alcune proposte positive su questi temi, noi pensiamo che debbano avere una priorità ancora più alta a livello europeo e nazionale. Anche in questo caso, un mix di nuovi obblighi normativi, incentivi fiscali e deroghe alla pianificazione può favorire l’adozione di queste tecnologie dal lato della domanda.
4. Costruire bene fin dall’inizio, ottimizzando il consumo di energia
Infine, invece di trovarci poi a effettuare interventi di retrofit per compensare le inefficienze precedenti, dobbiamo costruire meglio da zero, sfruttando gli strumenti digitali per guidare la progettazione di nuovi edifici per ottenere la massima efficienza energetica.
La nostra ricerca indica che, adottando fin dall’inizio strumenti di efficienza adeguati, l’UE può aumentare i risparmi energetici del 20-30% nei nuovi edifici commerciali e del 50% nei nuovi edifici residenziali, entro il 2030. Un’ambiziosa revisione della Direttiva sul rendimento energetico degli edifici EPBD sarà fondamentale per questo processo.
REPowerEU ed efficienza energetica: è il momento di passare all’azione
La situazione in Ucraina e i relativi impatti sull’approvvigionamento energetico sottolineano quanto sia importante accelerare la transizione dell’UE verso un futuro energetico più sicuro e più pulito.
Si può fare!
Ricordiamo come il Giappone ha realizzato una trasformazione strutturale su larga scala e velocemente nel decennio successivo al disastro nucleare di Fukushima. Il paese ha ridotto la quota di elettricità generata dall’energia nucleare da un terzo nel 2011 a meno del 4% oggi. Il risparmio energetico, il miglioramento dell’efficienza e l’aumento dell’uso di energie rinnovabili si sono rivelati cruciali per raggiungere questa transizione.
L’Europa ha ora l’opportunità di accelerare la propria transizione energetica migliorando allo stesso tempo la propria competitività a lungo termine e creando un futuro più verde e sostenibile per i propri cittadini.
Non possiamo più aspettare. Il tempo stringe.
Il piano REPowerEU è disponibile qui.
Il white paper di Schneider Electric è qui.
L’autore del post: Philippe Delorme
Philippe Delorme è Executive VP Europe Operations di Schneider Electric, da aprile 2022 e fa parte anche del Comitato esecutivo. Tag: Efficienza energetica, REPowerEU
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