Olivier Blum, Executive Vice President, Energy Management Business, Schneider Electric
Lo scorso giugno mi sono confrontato nelle sale dorate di Versailles, alle porte di Parigi, con leader aziendali, decisori politici ed esperti del mercato energetico di tutto il mondo su un argomento che mi sta molto a cuore: il ruolo cruciale dell’efficienza energetica per affrontare la crisi climatica e dell’energia.
La Conferenza Globale Annuale organizzata dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) in collaborazione con Schneider Electric è stata – perdonate il gioco di parole – elettrizzante. I tre giorni densi di panel, workshop e preziose conversazioni hanno acceso i riflettori su un tema che non riceve l’attenzione che merita ovvero la crisi climatica.
Troppo spesso gli sforzi per promuovere la decarbonizzazione si concentrano solo sulle attività connesse alla produzione di energia. Si pensi alla sostituzione delle centrali elettriche alimentate a gas naturale con impianti eolici e fotovoltaici. Questa, però, è solo metà della storia.
Secondo lo scenario net-zero dell’AIE – ovvero il piano per la decarbonizzazione del settore energetico (attualmente responsabile di oltre l’80% delle emissioni globali di CO2) – nel prossimo decennio un terzo della riduzione delle emissioni dovrà derivare da un consumo energetico più efficiente. Fortunatamente, il ruolo che le soluzioni che puntano a intervenire dal lato della domanda possono svolgere è ora più ampiamente riconosciuto e accettato.
I risultati di questo evento, che ha messo a confronto i leader del settore pubblico e privato di tutto il pianeta, hanno evidenziato che una transizione energetica equa, promossa anche attraverso l’efficienza energetica e abilitata dalla digitalizzazione e dall’elettrificazione, ha diversi benefici. Ad esempio può accelerare la decarbonizzazione e, al contempo, aiutare a contrastare la crisi energetica e la crisi climatica, ridurre i costi e aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento. Un prodotto della discussione avvenuta alla Conferenza è la lista “Versailles 10X10 Actions”, che elencale priorità necessarie ad accelerare il percorso globale di efficienza e decarbonizzazione. Scopriamole insieme.
- Misurare e diagnosticare
Da anni ci preoccupiamo dell’efficienza energetica delle nostre automobili. Ma continuiamo a non applicarla nelle nostre case o ai nostri edifici, nonostante si possa fare in modo relativamente semplice ed economico. Per agire è necessario digitalizzare i consumi, utilizzare dispositivi connessi alla rete e disporre di applicazioni. Attraverso una reportistica adeguata, ci permettano di perseguire migliori prestazioni basandoci sui dati. Il potere dell’innovazione digitale è fondamentale per individuare gli sprechi energetici e contrastarli.
I sistemi avanzati di gestione dell’energia sono oggi largamente disponibili e consentono agli utenti di visualizzare e controllare le prestazioni di ogni apparecchio connesso all’interno di una casa, un ufficio o un impianto industriale. Questa visione a volo d’uccello dei consumi energetici offre il massimo potenziale per identificare ed eliminare gli sprechi.
I sistemi software basati sugli algoritmi di intelligenza artificiale aiutano a ottimizzare modalità e tempi di consumo, produzione e stoccaggio di energia. In assenza di aggiornamenti alle infrastrutture di distribuzione elettrica, questi sistemi di gestione dell’energia abilitati al digitale che collegano case, uffici e altre strutture alle reti elettriche diventano elementi chiave per la resilienza e l’efficienza.
- Creare consapevolezza e conoscenza
Le persone vogliono fare “qualcosa” per contrastare la crisi climatica, ma non sanno cosa. La condivisione di applicazioni, soluzioni pronte all’uso ed esempi virtuosi consente di imparare dalle best practice. Sono quelle che hanno consentito a case, edifici, industrie di arrivare alle zero emissioni nette.
- Costruire competenze
Questo è stato un tema ricorrente durante la conferenza promossa dall’AIE e non deve essere sottovalutato. L’aggiornamento, la riqualificazione e l’ampliamento della forza lavoro saranno fondamentali per facilitare la transizione energetica e contrastare la crisi climatica. Ad esempio, nel mondo degli edifici, finora, le azioni e le discussioni in tema di decarbonizzazione hanno riguardato soprattutto le nuove costruzioni. Ma l’impatto maggiore sulla sostenibilità verrà dalla riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare esistente, che richiederà una mobilitazione di competenze su larga scala.
Formare le persone con le competenze necessarie per guidare la transizione avrà l’ulteriore vantaggio. Stimolerà la creazione di nuovi posti di lavoro e produrre benefici sociali ed economici diffusi. Le maggiori opportunità si presenteranno nelle economie emergenti e in via di sviluppo. Alla crescita della domanda di efficienza energetica corrisponde la necessità di una forza lavoro digitalmente qualificata. Queste persone dovranno occuparsi dell’installazione, del funzionamento e della manutenzione dei dispositivi connessi. Ad esempio, gli elettricisti dovranno diventare esperti di software e tecnologia intelligente. Gli idraulici dovranno essere in grado di comprendere gli impianti elettrici per le pompe di calore. La transizione richiederà una rapida evoluzione ed espansione delle competenze.
- Basare la progettazione e le decisioni sul Total Cost of Ownership
C’è bisogno di un cambio di mentalità. Oltre ai manager, anche progettisti e architetti devono smettere di concentrarsi solo sul costo di costruzione in un progetto. Dovranno considerare il Total Cost of Ownership – TCO (costo totale di proprietà). Infatti, la fase di costruzione in un edificio rappresenta in genere circa il 20% del TCO. Questo dimostra che occorre concentrarsi molto di più sull’operatività e sulla manutenzione, che offrono enormi opportunità in termini di efficienza.
- Affrontare la carenza di investimenti
Gli investimenti in efficienza energetica hanno un ritorno molto breve, ma anche ricorrente. Questo significa ottenere risparmi continui, andando ben oltre il classico concetto di ROI. In generale, l’investimento è sinonimo di spesa, ma quando si parla di efficienza energetica è una spesa che aiuta ad eliminare i costi: si tratta di nuove spese di investimento (CAPEX) che però fanno effettivamente risparmiare sulle spese operative (OPEX) esistenti. I modelli di finanziamento devono essere ottimizzati per riconoscere e sostenere questo aspetto.
- Spingere le istituzioni a dare l’esempio
Il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) stima che gli edifici producano circa il 40% delle emissioni globali di carbonio. L’AIE ha calcolato che l’efficienza energetica, l’elettrificazione e l’energia a basse emissioni di carbonio hanno il potenziale per ridurre di oltre 95% le emissioni climalteranti entro il 2050.
Sebbene l’onere di agire spetti a ogni individuo e organizzazione, una responsabilità particolare ricade sui Governi, che in genere sono responsabili di una mole estesa di proprietà e infrastrutture.
Le aziende stanno dimostrando un impegno crescente nel raggiungimento dell’obiettivo net zero (a testimoniarlo il numero di organizzazioni aderenti alla Science Based Targets Initiative, o SBTi, che è raddoppiato di anno in anno dal 2018). Le Istituzioni hanno la precisa responsabilità di rappresentare dei punti di riferimento e di dimostrare la propria leadership. Questo impegno deve iniziare dalla creazione di una tabella di marcia dedicata alla, sulla base della quale verificare le prestazioni energetiche e le emissioni di anidride carbonica di ciascun edificio, per poi elaborare una strategia e procedere alla digitalizzazione e alla decarbonizzazione.
Un esempio di successo è rappresentato dal progetto di efficienza energetica nel settore pubblico frutto della partnership tra Schneider Electric e il distretto scolastico di Madison County in Alabama, Stati Uniti. Qui l’efficientamento energetico degli impianti di illuminazione, riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria in tutto il distretto sta riducendo la spesa per l’energia del 40%. In due decenni, il distretto avrà risparmiato 40 milioni di dollari, più che sufficienti a ripagare i sistemi di controllo degli edifici adottati e le future iniziative.
- Lavorare sulle normative
Tra i partecipanti alla conferenza dell’AIE è emerso un largo consenso sul fatto che gli incentivi sono più efficaci della coercizione (carota vs bastone). Quando però la coercizione è necessaria, deve esserci un orizzonte temporale che consenta alle persone di rivedere, pianificare e adattarsi alle scelte richieste dalla transizione.
- Rafforzare la rete di distribuzione elettrica
È inaccettabile che, in alcuni casi, i tempi di attesa per allacciare fisicamente alla rete nuovi impianti rinnovabili arrivino a sette anni. È necessario accelerare i tempi di attivazione e rendere disponibili le linee di trasmissione molto più rapidamente.
- Affrontare grandi sfide con la tecnologia esistente
Quando si parla di affrontare i cambiamenti climatici, c’è spesso la tendenza a pensare a “grandi idee” o “scelte decisive” che in realtà sono ormai datate. . Forse avviene perché è insito nella natura umana desiderare ciò che non si possiede? La realtà è che esistono già soluzioni affidabili, efficienti e poco costose quindi dobbiamo concentrarci sull’adozione più rapida della tecnologia esistente. Circa il 60% delle emissioni degli edifici deriva dal riscaldamento, ma solo il 2% delle case ha un termostato. Dobbiamo affrontare oggi la sfida più grande e impiegare ciò che abbiamo, su larga scala, partendo dalle soluzioni più economiche.
- Costruire il nuovo in ottica net zero
Dobbiamo puntare ad avere edifici a emissioni zero ovunque, sia che si tratti di nuovi immobili in costruzione nelle economie emergenti, sia che si tratti di edifici previsti nelle economie mature. In tutti i casi, dobbiamo sfruttare la tecnologia esistente e disponibile per nuove costruzioni a zero emissioni.
Trasformare le “Versailles 10X10 Actions” in azioni concrete
L’efficienza energetica è oggi la soluzione più rapida e a minore intensità di capitale per ridurre le emissioni climalteranti e i costi. Con 45 Paesi che a Versailles hanno promesso di raddoppiare il tasso medio globale di miglioramento dell’efficienza energetica entro la fine del decennio, l’impegno all’azione non è mai stato più forte.
Il tempo di agire è adesso. Dobbiamo fa rispettare le misure esistenti e implementare le tecnologie per l’efficienza energetica. Solo così si concretizzeranno i necessari miglioramenti sul versante della domanda, per contribuire ad affrontare definitivamente la crisi energetica e quella climatica.
Questo post è stato pubblicato originariamente sul blog global di Schneider Electric.
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