La standardizzazione è stata una rivoluzione ed è ancora fondamentale per il nostro mondo, dalla filettatura delle viti al settore IT. Sophie Borgne riflette su come e perchè la standardizzazione cambierà in meglio l’automazione industriale.
È molto probabile che nessuno nella vita quotidiana rifletta su come è fatta una vite e in particolare sulle sue scanalature. In termine tecnico si chiama “filettatura” e fa parte di ogni tipo di oggetti, comprese le macchine industriali.
Perchè la standardizzazione industriale fu una rivoluzione
Oggi noi lo diamo per scontato, ma quando si decise di standardizzare la filettatura delle viti rendendola universale ci fu una rivoluzione produttiva. Uno standard universale, infatti, significava poter realizzare macchine usando qualsiasi tipo di vite. Quindi viti realizzate ad hoc dal singolo costruttore, tutte diverse tra loro, non erano più necessarie. Questa scelta fu uno dei primi, importanti passi sul percorso della standardizzazione industriale, che è tuttora fondamentale per il nostro mondo.
Ad esempio, senza la standardizzazione non avremmo il settore IT come lo conosciamo oggi, nel quale è possibile eseguire Windows o Linux su qualsiasi computer e gli ecosistemi di conoscenza e innovazione non potrebbero conoscere un florido sviluppo.
Come la standardizzazione cambierà in meglio l’automazione industriale
Nell’800, quando le macchine erano l’infrastruttura che guidava l’innovazione nel mondo manifatturiero, la standardizzazione della filettatura delle viti significava che le merci e le macchine potevano essere prodotte più velocemente, in modo più efficiente ed economico che mai. Oggi anche le tecnologie di automazione sono parte vitale dell’infrastruttura su cui si basa il settore industriale. Domandiamoci quindi: che ruolo può svolgere la standardizzazione nell’automazione industriale?
Quali sono le barriere all’innovazione
L’automazione industriale ha seguito un percorso diverso rispetto al mondo IT. Non è cambiato molto negli ultimi 50 anni e per questo, in un certo senso, oggi viviamo in un’economia digitale che è ancora sottoposta ai vincoli di un’epoca passata. Ciò è in parte dovuto all’eccessiva dipendenza dai sistemi proprietari che pongono varie barriere all’innovazione.
Sono 3 le principali sfide con i sistemi proprietari.
1. Compatibilità tra i sistemi
Non è facile eseguire applicazioni di automazione scritte per un sistema su un altro sistema. Di conseguenza apportare modifiche richiede molto tempo ed è costoso innovare o adottare nuovi approcci.
2. Mancanza di standard
Mancano “oggetti” standard tra cui scegliere per implementare le proprie applicazioni. Quindi serve molta progettazione per creare un’architettura di impianto olistica e si creano inefficienze e “isole” separate nei sistemi di controllo.
3. Manutenzione costosa e complessa
La manutenzione è complessa e l’aggiornamento è costoso, perché i sistemi proprietari non sono pensati per poter trarre vantaggi costantemente dai progressi delle tecnologie digitali, il che porta le aziende a non realizzare pienamente la promessa e i vantaggi della digitalizzazione.
La capacità di adattamento come elemento chiave della trasformazione digitale
Questi vincoli rendono più difficile per le aziende adeguarsi rapidamente ai cambiamenti. La pandemia ce l’ha mostrato chiaramente, costringendoci tutti più o meno ad adattarsi in qualche modo. Le aziende industriali che avevano già abbracciato completamente la trasformazione digitale si sono ritrovate già ad avere la flessibilità necessaria per cambiare.
Tenendo conto di tutto ciò, Schneider Electric ha recentemente lanciato un approccio all’automazione industriale radicalmente nuovo, chiamato “automazione universale”, che consentirà un vero cambio di passo in termini di agilità ed efficienza operativa.
Ecco l’automazione universale
Riteniamo che sia giunto il momento per l’industria di abbandonare i sistemi proprietari e andare verso sistemi standardizzati, ciò che chiamiamo automazione universale .
L’automazione universale è abilitata dallo standard IEC61499 ed è importante per il progresso dell’automazione perché ci consente di:
CREARE applicazioni utilizzando componenti software “portatili” e facili da installare su qualsiasi hardware di automazione.
DISTRIBUIRE queste applicazioni su diversi tipi di hardware di sistema, architetture o componenti con uno sforzo di programmazione minimo, che si tratti di modelli altamente distribuito, centralizzati o di entrambi. Con questo approccio si può incorporare nelle applicazioni che richiedono più capacità di calcolo l’Edge Computing. Il carico di elaborazione può essere pertanto condiviso tra tutte le risorse hardware disponibili.
SUPPORTARE le migliori pratiche software tradizionale attraverso lo standard IEC61499 in modo che l’interoperabilità con i sistemi IT sia facile da ottenere. La convergenza e la portabilità IT native porteranno a sistemi di automazione plug-and-produce più veloci e più facili da programmare.
Cosa possiamo aspettarci dall’automazione universale?
Senza dubbio anche nell’800 ci fu una certa resistenza nell’introdurre standard di filettatura delle viti: c’è sempre resistenza quando si affacciano nuove tecnologie dirompenti. Dopotutto, all’epoca quel cambiamento avrebbe comportato uno shock per i modelli di business dei costruttori di macchine. Ma chi allora colse l’occasione per innovare è stato poi anche chi ha continuato a prosperare.
EcoStruxure Automation Expert: la risposta di Schneider Electric
In Schneider Electric non stiamo perdendo tempo. Abbiamo già sfruttato i principi di automazione universale per creare un sistema di automazione di nuova generazione, EcoStruxure Automation Expert. Costruito sullo standard IEC61499, questo sistema a piattaforma aperta fa parte di una nuova categoria di strumenti di automazione che consentono ai nostri clienti di realizzare appieno i vantaggi della quarta rivoluzione industriale.
EcoStruxure Automation Expert aiuta a lavorare per ottenere solidi risultati.
Efficienza ingegneristica al 100%: automatizzando le attività di scarso valore ed eliminando la duplicazione delle attività tra gli strumenti, è possibile far funzionare le cose più velocemente e gli ingegneri hanno più tempo per concentrarsi sull’innovazione.
Efficacia operativa al 100%: con la manutenzione predittiva, il gemello digitale e altre tecnologie avanzate è possibile apportare miglioramenti radicali nell’efficienza delle risorse e della forza lavoro.
100% A prova di futuro: pensato per aggiornare facilmente il sistema e sfruttare appieno i più recenti progressi nella tecnologia digitale, riducendo il costo totale di proprietà e preservando gli investimenti di progettazione e ingegneria.
Sei pronto a unirti a noi e aprire la strada all’innovazione?
Questo post blog è stato originariamente pubblicato in inglese sul blog Schneider Electric Global.
L’autrice del post: Sophie Borgne
Sophie Borgne è Senior Vice President, Digital Plant Business, che sviluppa prodotti e sistemi di automazione industriale per l’industria ibrida e discreta, con un forte focus sulle offerte digitali e sull’IIoT. Entrata in Schneider Electric nel 2001, Sophie ha accumulato una solida esperienza internazionale operando sui mercati Africa, Cina, Francia e Italia, alla guida di team di molte diverse funzioni: marketing, business development, testing dei sistemi di automazione di processo, supporto al cliente, industrializzazione & supply chain, formazione. Sophie ha un Master of Science in Ingegneria Civile conseguito presso Ecole Nationale des Ponts et Chaussées (Parigi) e un MBA dal Collège des Ingénieurs (Parigi).
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