Conosci il film Twister? Prendi coscienza del cambiamento climatico, degli sforzi di sostenibilità ispirati dal mondo reale e dell’urgente necessità di un’azione politica globale.
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Siamo nella primavera del 1996 – nel mondo cresce l’attesa per il campionato europeo di Calcio e le Olimpiadi in arrivo, vanno di moda tute e salopette e di lì a pochi mesi le Spice Girls sarebbero diventate famose. Al cinema è appena approdato il film “Twister” – che mostra i disastri del cambiamento climatico – nel quale due attori di spicco come Helen Hunt e Bill Paxton interpretano una coppia di “cacciatori di tempeste” sulle tracce di un catastrofico tornado.
Fare di un disastro legato al clima il cattivo di un film era certamente una scelta avanti sui tempi, così come gli effetti speciali con alberi sradicati dal suolo e case (e mucche) in volo. Nonostante le imprecisioni e i cliché tipici dei disaster movie, la premessa ecologica di un film come Twitter è attuale ancora oggi – tanto che il sequel, “Twisters” è appena arrivato sugli schermi, dopo 28 anni: uno dei più ampi intervalli di tempo tra un film originale e il suo seguito nella storia di Hollywood.
Naturalmente, il sequel inserisce nella trama il cambiamento climatico. Come ha spiegato lo sceneggiatore, Mark Smith:
“A causa del cambiamento climatico, quello che una volta era un corridoio dei tornado di una determinata estensione oggi si estende molto più verso est, e si muova, e i periodi critici a rischio tornado sono più ampi, i numeri più elevati, le tempeste sono più violente. Abbiamo usato questi elementi per metterli in luce, insieme a cause ed effetti del cambiamento”.
Il film ha tutte le caratteristiche per essere un campione di incassi estivo, con effetti speciali spettacolari e un ritmo da montagne russe. Tutto ciò, però, racchiude un importante messaggio sul potenziale devastante del cambiamento climatico per il nostro mondo: un messaggio che risuona profondamente per chiunque si occupi di temi come la sostenibilità, il net zero.
Certo non mancano le notizie relative al peggioramento della crisi climatica, ma statistiche e fatti hanno i loro limiti. Film come questo, che creano un’esperienza intensa e immersiva, comunicano al grande pubblico le conseguenze dell’inazione rispetto al clima. E’ la regola d’oro della scrittura: mostrare, non-dire.
Spero che questa tendenza continui. Dai tempi di “Day after Tomorrow” al recente “The End We Start From,” vediamo sempre più di frequente la narrativa sul clima uscire dalle pubblicazioni accademiche e riversarsi nelle sceneggiature di Hollywood.
Collegare il grande schermo alla realtà
Il pubblico ama le storie in cui si salva il pianeta ma l’idea della sostenibilità va ben oltre la questione della sopravvivenza. La sostenibilità punta a creare un mondo migliore, più salubre e più equo per tutti.
Nei disaster movie la soluzione che salva tutti è spesso qualcosa di scientifico, nuovo e mai provato prima. Virgil, che nel film “The Core” perforava la Terra fino al suo centro, o Icarus II, che ha il compito di riaccendere il sole in “Sunshine”. Nella realtà, però, le tecnologie che possono evitare il disastro climatico ci sono già – e sono collaudate, scalabili e in rapida maturazione.
Per un futuro più sostenibile, le aziende devono implementarle ora, su larga scala e in unisono. L’elettrificazione, ad esempio, ha il potenziale per trasformare il settore industriale: la transizione alla mobilità elettrica, l’adozione delle pompe di calore, l’elettrificazione dei processi industriali sono tutti importanti elementi da adottare sul percorso net zero.
Le aziende dovrebbero anche sentire l’urgenza di integrare i principi di sostenibilità nelle loro strategie di crescita. Questo non serve solo a prevenire perdite finanziarie, è un metodo che ha dimostrato la capacità di stimolare nello stesso tempo crescita, profittabilità e innovazione – dotandosi degli strumenti giusti per essere “a prova di futuro”. Un’ampia ricerca di McKinsey lo evidenzia.
Adottando maggiormente le energie rinnovabili e la digitalizzazione si apre una strada ben tracciata per la decarbonizzazione. La sinergia tra elettrificazione e digitalizzazione potrebbe abbattere le emissioni fino al 70%: farebbe molto per assicurare che i mega disastri restino solo sul grande schermo.
Politica e cambiamento climatico
Per ottenere un impatto reale è necessario uno sforzo politico unitario, in tutto il mondo. Un classico di Hollywood è la scena in cui, di fronte a una minaccia globale, i Paesi mettono da parte le loro differenze e cooperano per la sopravvivenza della Terra. È questo quello che deve accadere ora. Fortunatamente quest’anno offre un’opportunità di cambiamento senza precedenti: si stanno svolgendo elezioni nazionali in 64 paesi e si sono appena svolte le elezioni europee, coinvolgendo quasi la metà della popolazione del pianeta. I risultati di queste elezioni stabiliranno la traiettoria per i prossimi anni.
È incoraggiante che i sondaggi condotti in Unione Europea evidenzino un ampio supporto popolare per l’azione climatica, con la sostenibilità in cima alla lista delle preoccupazioni degli elettori. Se Hollywood continuerà a diffondere consapevolezza su questi temi e la politica amplificherà la voce delle persone, forse potremo vedere aumentare le iniziative per il clima.
Una crisi che non sarà spazzata via da un po’ di vento
L’Europa ha l’occasione di affrontare in modo decisivo e collettivo la crisi energetica che la colpisce, lastricando una strada più agevole da percorrere verso gli obiettivi net-zero. Non è la sfida di un futuro distante, è qualcosa che richiede urgente attenzione ora. Tra “Twister” e il suo sequel sono passati 28 anni: per agire a contrasto della crisi climatica, invece, non possiamo aspettare.
Questo post è stato originariamente pubblicato sul blog global di Schneider Electric.
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