Tutti gli indicatori puntano in questa direzione: il tema della sostenibilità è ormai centrale e sulla bocca di tutti. Per questo è fondamentale che le aziende trasformino rapidamente i propri processi per seguire questo trend.
Sostenibilità è una parola chiave. Ma non a livello teorico, come spesso lo è stata nel passato: oggi sono i consumatori ad avere assunto una coscienza ecologica che li porta a valutare con maggiore attenzione prodotti e servizi rispetto al loro impatto ambientale. Le ricerche che negli ultimi mesi certificano questa “evoluzione” sono diverse. L’esempio più recente è quello del report Capgemini Research Institute, dal titolo “What Matters to Today’s Consumer” (Cosa conta per il consumatore di oggi), che dedica un intero capitolo al tema della sostenibilità.
“La massima priorità dei consumatori è una vita sana e sostenibile, e questo si riflette anche sui loro acquisti” è il titolo che la società di ricerca ha dato a questa parte del documento. Qui si evidenzia come il 60 per cento degli intervistati dichiari di ritenere la sostenibilità un elemento importante nella valutazione di un marchio o di un prodotto e anche come questo non debba tradursi in prezzi più elevati.
Eco-attivismo in crescita
Secondo la società di ricerche GFK, entro il 2030 metà della popolazione mondiale potrà essere definita “eco-attiva”, partendo dall’attuale 22%. In Europa, dove l’azienda ha condotto la ricerca “Who cares? Who does?” dedicata ai comportamenti ecosostenibili in 14 paesi. Da questa indagine è emerso che in 11 casi i consumatori stanno cambiando i loro valori e il comportamento di acquisto in base alle preoccupazioni ambientali. Ne consegue che l’eco-attivismo è in crescita.
Le persone che ricadono in questa definizione sono passate dal 18 per cento del 2019 al 28 per cento del 2021, mentre coloro che dimostrano scarso interesse per la questione ambientale sono scesi dal 41 al 28 per cento.
Cambiamento climatico, dispersione di plastica e inquinamento dell’acqua sono i tre temi che catalizzano l’attenzione. Secondo GFK, le aziende capaci di seguire i temi della sostenibilità ambientale saranno premiate: il 68% degli intervistati afferma che occasionalmente o di frequente smetterà di acquistare prodotti o servizi a causa del loro impatto negativo sul pianeta, mentre il 70% passerà, sempre occasionalmente o di frequente, a prodotti/servizi di marca diversa.
Non serve comunque la conferma di queste ricerche per capire che il tema della sostenibilità è entrato nelle teste e nella vita quotidiana di milioni di persone. Per qualsiasi azienda, indipendentemente dal settore in cui opera, è quindi importante comprendere come si possa migliorare l’impatto delle proprie attività sull’ambiente. Consumi energetici, efficienza dei processi, riduzione delle emissioni, decarbonizzazione della supply chain sono solo alcuni degli elementi su cui si può agire per ottenere risultati misurabili.
Il settore tessile e l’economia circolare
Ad esempio, nell’ambito dell’industria tessile essere sostenibile e organizzarsi per lavorare in un’economia circolare significa adottare una serie di strategie per ridurre le proprie emissioni di CO2 in tutte le fasi produttive, promuovere il rispetto dei diritti sociali sia all’interno della propria azienda sia per l’intera filiera, misurare le performance aziendali non solo dal punto di vista finanziario, ma anche da quello ambientale. Ed è proprio il tema dell’economia circolare che costringe le aziende a fare i conti con processi produttivi innovativi per assicurare che il prodotto finito sia di nuovo utilizzabile alla fine della sua prima vita.
Il passaggio per Industria 4.0 e Transizione 4.0 è inevitabile. Aderire ai piani messi a punto dal Governo implementando una serie di tecnologie abilitanti – che vanno da sofisticate soluzioni produttive all’utilizzo di simulazione e realtà virtuale, dall’integrazione delle informazioni lungo tutta la catena del valore alla comunicazione multidirezionale tra processi produttivi e prodotti, fino a temi informatici come cybersicurezza, cloud, Big Data e Analytics – significa migliorare flessibilità, velocità nel time-to-market, produttività, qualità e competitività del prodotto. Il tutto, viste le attuali tendenze, tenendo d’occhio l’impatto ambientale.
La sostenibilità nell’industria cosmetica
L’industria cosmetica è un buon esempio dei processi in atto. Il settore, nel quale l’Italia gioca un ruolo da protagonista insieme a Germania, Francia e Regno Unito, ha un tasso di innovazione elevato e una crescita economica doppia rispetto alla media del manifatturiero italiano. Qui la sostenibilità è un trend trainante: l’approccio green, naturale, bio è ormai un’esigenza e non una semplice moda. Il consumatore presta sempre più attenzione verso prodotti di origine naturale e a basso impatto ambientale. Le esigenze del mercato comportano quindi, non solo maggiore attenzione nella scelta delle materie prime dei prodotti cosmetici, ma anche lo studio di nuovi materiali ecologici per il packaging. Alla sostenibilità si affianca la tracciabilità intesa a livello di processo produttivo come garanzia di sicurezza, trasparenza del percorso di filiera dall’origine al consumo. A livello di consumatore si traduce in fidelizzazione e fiducia.
In questo contesto, il supporto di Schneider Electric è fondamentale. Grazie alle sue proposte hardware e software dedicate a Industria 4.0 e alle sue soluzioni integrate dedicate a settori specifici è possibile incrementare l’efficienza, ridurre i costi e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e tracciabilità. E sulla sua credibilità come partner in questo viaggio verso la riduzione dell’impatto ambientale non ci sono dubbi: l’azienda, leader nella trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione, ha registrato un altro anno di prestazioni eccellenti in ambito ESG (Environmental, Social and Governance), con ottime valutazioni ottenute per il 2021 da esperti di sostenibilità aziendale riconosciuti e indipendenti.
L’autrice del post: Alessia Varalda
Alessia Varalda è ingegnere elettrotecnico, writing and editor consulting, fotografa e blogger.
Appena laureata si è dedicata alla realizzazione di impianti elettrici per poi spostarsi nel mondo delle energie rinnovabili che ama tantissimo. Ha avuto la possibilità di scrivere e seguire il mondo dell’energia tradizionale e rinnovabile grazie ad una casa editrice tecnica. Ha quindi deciso di seguire “l’elettricità” sotto punti di vista diversi. Per circa 13 anni si è occupata de “Il Giornale dell’Installatore Elettrico”, prima come redattore, poi come responsabile della rivista.
Ha seguito, coordinato e realizzato contenuti per altre riviste: Impianti + Rinnovabili, Tecnologie Elettriche, Percorsi Illuminazione e Tis (Il Corriere IdroTermoSanitario). Inoltre ha realizzato due monografie sulle rinnovabili dal titolo Sole Acqua Aria e Acqua. Si è occupata di energia, di illuminazione, di climatizzazione e di rinnovabili. Ha organizzato corsi di formazione, convegni ed eventi legati all’energia e all’integrazione.
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