Il settore vinicolo a una svolta, che passa dalla trasformazione digitale

Per rimanere competitive sul mercato, le aziende del settore vinicolo devono investire in progetti per essere più efficienti. Solo così sarà possibile garantire riduzione dei costi, accelerazione dei processi e maggiore reddittività, aumentando la reputazione aziendale tra i consumatori.

Il settore vinicolo italiano lancia segnali discordanti. Da una parte, nel 2022 le esportazioni hanno raggiunto il loro massimo valore (8 miliardi di euro), dall’altra le vendite al dettaglio presso la grande distribuzione sono diminuite del 6%. In questo contesto, le prospettive per l’anno in corso appaiono comunque positive, sia pure minate dalle incertezze legate alla situazione internazionale e alle proposte legislative europee che mirano alla riduzione dei consumi di alcol. In occasione dell’ultima edizione di Vinitaly, a Verona, si è fatto il punto su un settore la cui filiera oggi vale 31,3 miliardi di euro e comprende 570mila imprese con 870mila addetti.

Gli elementi determinanti per il successo aziendale

Il settore è complesso, caratterizzato da un’elevatissima competitività italiana e internazionale, dove l’ottimizzazione dei costi, l’efficienza e la sostenibilità giocano ruoli determinanti per il successo aziendale. Senza trascurare l’importanza fondamentale della sicurezza alimentare e della tracciabilità dei prodotti, che non solo sono indispensabili per una completa conformità alle normative, ma anche per creare, rafforzare e mantenere la fiducia del cliente.

Un insieme di elementi eterogenei che sottolinea l’esigenza di trovare gli strumenti più adatti per reggere l’urto di eventuali difficoltà di mercato. Il settore ha già dimostrato di possedere un ottimo livello di resilienza durante il periodo pandemico, ma adesso deve confermare questa sua attitudine, se possibile confermandosi nella sua crescita.

L’importanza delle ottimizzazioni

Le aziende che vogliono giocare strategicamente le loro carte per non farsi trovare impreparate devono quindi considerare i numerosi aspetti che possono avere un impatto sulla loro redditività a breve e medio termine. In un mercato dai margini risicati, ogni ottimizzazione può portare un contributo decisivo alla crescita aziendale. Così, per esempio, all’aumentare della complessità delle macchine impiegate nelle varie fasi di produzione è necessario incrementarne la flessibilità e l’affidabilità, rendendo uso e manutenzione più semplici ed economiche.

In questo contesto, la trasformazione digitale delle aziende è determinante, dato che consente di gestire i sempre più numerosi dati critici e l’affidabilità di ogni macchina da una singola interfaccia, permettendo inoltre: il monitoraggio da remoto, una maggiore sicurezza degli ambienti di lavoro grazie all’utilizzo di realtà aumentata e “digital twin” e una riduzione dei costi di manutenzione (che può essere stimata in una fascia che va dal 25 al 40%).

Un altro capitolo importante è quello del contenimento dei consumi energetici, che ha un impatto importante sugli obiettivi di decarbonizzazione aziendale. Grazie all’utilizzo di strumenti di monitoraggio in tempo reale, tutto può essere tenuto sotto controllo, intervenendo quando necessario sia con l’automazione sia con interventi manuali per ridurre i consumi. In una cantina mediamente la fermentazione alcolica pesa per il 41,6% dei consumi energetici, mentre il 20,4% è attribuibile alle fasi di imbottigliamento, conservazione e distribuzione. Già intervenire su questi aspetti può garantire notevoli vantaggi.

A questo si aggiunge la possibilità di sfruttare strumenti di manutenzione predittiva e di trasformare i siti in edifici smart, abbassando notevolmente il rischio di dover bloccare la produzione o l’attività aziendale. Volendo attribuire un numero a questo aspetto, l’esperienza insegna che la riduzione dei costi energetici può arrivare anche al 30%.

I dati, un asset fondamentale

Al cuore della trasformazione digitale ci sono naturalmente i dati, le cui quantità sono salite negli ultimi anni in modo esponenziale e la cui importanza per l’azienda è sempre più elevata. Avere i dati non basta però per trarne vantaggio: bisogna infatti saperli analizzare e trarne adeguate conclusioni. Solo così è possibile accelerare il processo di sviluppo dei prodotti, ridurre gli sprechi, diminuire i costi e aumentare la flessibilità di tutta la filiera.

Qui entra in gioco la tracciabilità dei prodotti, che non è solo in qualche caso un obbligo di legge, ma anche un potente strumento reputazionale per aumentare nei consumatori il senso di gradimento per l’azienda. La comprensione degli ingredienti fondamentali di un prodotto, la loro qualità, le condizioni delle apparecchiature utilizzate nella sua lavorazione e il personale coinvolto sono fondamentali per garantire un elevato livello di sicurezza alimentare.

La soluzione per riuscire a coniugare tutti questi aspetti si chiama EcoStruxure for Food and Beverage, composta in questa caso da una piattaforma software per la gestione della cantina (Aveva) e da una famiglia di hardware specializzato e perfettamente integrato che consente l’automazione e il controllo dei processi, l’utilizzo di macchine intelligenti e robot, il ricorso a una piattaforma di IoT (Internet of Things) con l’integrazione dei dati e la gestione delle informazioni industriali e delle attività di produzione.

Dalla trasformazione digitale, insomma, passa la strada che consentirà alle aziende vinicole di mantenere e incrementare la loro competitività sui mercati nazionali e internazionali. Perché solo efficienza e ottimizzazione possono garantire riduzione dei costi, accelerazione dei processi e maggiore reddittività, aumentando anche la reputazione aziendale tra i consumatori.

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