La filiera del settore Food&Beverage può trarre grandi benefici dalla digitalizzazione. A patto di utilizzare gli strumenti giusti, come EcoStruxure Traceability Advisor di Schneider Electric.
L’Italia è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo per molte ragioni. Tra queste, sicuramente quella alimentare è un punto di riferimento, tanto che l’intera filiera del food&beverage è la seconda per importanza nell’economia nazionale.
Il merito va alla qualità e alla varietà dei prodotti, ma per mantenere questo primato oggi occorre tenere in considerazione nuovi parametri.
Pensiamo ad esempio alle nuove direttive Europee sul Nutri-Score che entreranno in vigore presto anche in Italia: un sistema basato sulle etichette dei cibi che, analogamente a quanto avviene con le classi di efficienza di apparecchi elettrici o abitazioni, mostra ai consumatori quanto un cibo sia salutare.
Non solo: l’export rappresenta una quota significativa del fatturato derivante dal settore food italiano, e per questo occorre rispondere alle sempre più stringenti normative sul controllo della qualità della FDA (Food and Drugs Administration), l’ente americano che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.
Soddisfare queste nuove esigenze è possibile, ma occorre un approccio nuovo nella filiera che contempli i concetti di tracciabilità e rintracciabilità.
Trasformazione digitale nell’ottica della tracciabilità
Innanzitutto è bene precisare che tracciabilità e rintracciabilità sono due facce della stessa medaglia.
La tracciabilità, infatti, è quella attività che permette di tenere traccia di tutte le attività, le materie prime, i macchinari e gli operatori coinvolti nel processo produttivo, dalla materia prima alla tavola (nel caso appunto del settore alimentare).
E la rintracciabilità? Si tratta del percorso inverso che, grazie ai dati raccolti e organizzati durante la produzione, consente di risalire a singole informazioni utili per un determinato scopo (come stabilire in che momento si è avuta la contaminazione di un alimento, se una ricetta è stata miscelata correttamente, se la catena del freddo è stata mantenuta o meno ecc.).
In entrambi i casi, è la raccolta dei dati e la loro elaborazione a rendere ancora migliore e più sicuro il buon cibo.
La forza dei dati
Termini come Industria 4.0, Industrial IoT e cloud sono ormai entrati a far parte del comune lessico del settore. La trasformazione dell’industria alimentare è un processo già avviato, ma c’è ancora molta strada da fare per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Alla base c’è sempre la raccolta e l’utilizzo dei dati, opportunamente organizzarli in informazioni utili per svolgere una determinata attività.
L’approccio digitale non si limita a rispondere a queste nuove esigenze, ma apre interessanti opportunità sul fronte della qualità del prodotto finale e del contenimento dei costi legato all’ottimizzazione dei processi.
Sempre più importante, infine, l’impatto sull’utente finale: oggi in alcuni casi è possibile conoscere, attraverso un semplice QR Code o un link presente sull’etichetta, dove è stato coltivato un ortaggio, chi ha allevato un animale, in quale stabilimento è stata trasformata una materia prima.
È per questo che è cruciale scegliere la corretta piattaforma: che si tratti di adempiere a obblighi di legge o di implementare un percorso di manutenzione predittiva degli impianti, la raccolta, la gestione e l’utilizzo dei dati si rivela fondamentale.
Un tema che Schneider Electric padroneggia ormai da anni attraverso EcoStruxure, la piattaforma completa, pronta all’uso, aperta e interoperabile che permette la trasformazione digitale in ogni fase della catena di valore.
Nello specifico, EcoStruxure Traceability Advisor è la soluzione dedicata alla tracciabilità e rintracciabilità della supply chain all’interno della CPG (Consumer Packaged Good).
La tracciabilità targata Schneider Electric
EcoStruxure Traceability Advisor trasforma tutti i dati generati e raccolti in ogni punto della filiera in informazioni che consentono di conoscere la provenienza e la storia di un prodotto.
Vista la significativa quantità di dati trattati, la piattaforma prevede apposite dashboard di controllo all’interno delle quali possono essere visualizzati report, analitiche, database e un archivio storico delle informazioni rilevanti.
EcoStruxure Traceability Advisor consente inoltre di operare con una logistica “smart”, indispensabile per la massima trasparenza e tracciabilità richiesti ad esempio per migliorare la capacità di richiamare prodotti in caso di bisogno (in compliance con gli standard GS1 EPCIS, Electronic Product Code Information Services) o per garantire l’effettiva origine Made in Italy di un alimento.
Trattandosi come detto di una piattaforma aperta, EcoStruxure consente di sviluppare applicazioni personalizzate in funzione delle specifiche necessità di ciascuna industria, arrivando così a coprire l’intero ciclo di vita del prodotto: dalla materia prima al consumatore finale.
Molti vantaggi per una soluzione integrata
I vantaggi che si possono trarre attraverso l’implementazione di soluzioni di tracciabilità sono molteplici, come:
- origine, certificazione, mappa dei fornitori possono garantire l’identità del made in Italy;
- la capacità di conservare in formato digitale tutti i dati e la documentazione rispondendo in maniera concreta alla conformità alle normative di settore e garantire l’integrità dei dati;
- collegare un prodotto all’intera filiera produttiva per soddisfare le esigenze di sicurezza alimentare.
Una trasformazione digitale nell’ottica della tracciabilità consente di perseguire un business sostenibile, sicuro per le persone ed efficiente.
Vuoi saperne di più? Leggi il post dedicato alla transizione digitale del settore agrolimentare.
L’autrice del blog: Alessia Varalda
Alessia Varalda è ingegnere elettrotecnico, writing and editor consulting, fotografa e blogger.
Appena laureata si è dedicata alla realizzazione di impianti elettrici per poi spostarsi nel mondo delle energie rinnovabili che ama tantissimo. Ha avuto la possibilità di scrivere e seguire il mondo dell’energia tradizionale e rinnovabile grazie ad una casa editrice tecnica. Ha quindi deciso di seguire “l’elettricità” sotto punti di vista diversi. Per circa 13 anni si è occupata de “Il Giornale dell’Installatore Elettrico”, prima come redattore, poi come responsabile della rivista.
Ha seguito, coordinato e realizzato contenuti per altre riviste: Impianti + Rinnovabili, Tecnologie Elettriche, Percorsi Illuminazione e Tis (Il Corriere IdroTermoSanitario). Inoltre ha realizzato due monografie sulle rinnovabili dal titolo Sole Acqua Aria e Acqua. Si è occupata di energia, di illuminazione, di climatizzazione e di rinnovabili. Ha organizzato corsi di formazione, convegni ed eventi legati all’energia e all’integrazione.
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