Tracciabilità dalle materie prime al prodotto finito, monitoraggio dei vettori energetici, innovazione e digitalizzazione dei processi produttivi secondo i principi dell’economia circolare: le sfide del settore tessile sostenibile.
Il tessile e la moda sono un’eccellenza italiana riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo grazie a diversi fattori quali la creatività, la ricerca dei materiali e l’artigianalità. Attualmente tutta la filiera del tessile e del meccano-tessile sta vivendo un momento di trasformazione che richiede innovazione tecnologica, sviluppo di nuove soluzioni digitali e sostenibilità. Solo riuscendo a coniugare la tradizione con un futuro digitalizzato e green sarà possibile seguire un percorso di rinnovamento che punta verso un settore tessile sostenibile.
I consumatori cercano la sostenibilità
I consumatori sono sempre più attenti alle iniziative green e all’utilizzo di materiali rispettosi dell’ambiente. La percezione della sostenibilità di un brand di moda è un fattore che influenza le scelte. Una ricerca dell’Università Ca’ Foscari di Venezia rivela che un segmento di consumatori oggi è più attento al rapporto qualità-prezzo, alla ricerca di maggiori garanzie nella qualità intrinseca del prodotto ed è sensibile alla tracciabilità della filiera.
È per questo che le aziende di questo settore devono puntare alla Corporate Social Responsibility. Promuovere lo sviluppo di una certificazione per i prodotti italiani che rispettino criteri di sicurezza e sostenibilità consentirebbe di rispondere a questo trend. In tal modo sarebbe più trasparente la comunicazione con i consumatori che puntano all’acquisto di prodotti più sostenibili. Tale certificazione sarebbe funzionale ad arricchire il valore del Made in Italy, già sinonimo di qualità, con gli elementi della sostenibilità. Obiettivo delle aziende è quello di comunicare qualità e sostenibilità ai consumatori e promuovere nuovi standard di eccellenza.
Rendere il settore tessile sostenibile
Ma cosa significa per un’impresa tessile essere sostenibile e fare economia circolare? Significa adottare una serie di strategie per ridurre le proprie emissioni di CO2 in tutte le fasi produttive, promuovere il rispetto dei diritti sociali sia all’interno della propria azienda, sia per l’intera filiera, misurare le performance aziendali non solo dal punto di vista finanziario ma anche da quello ambientale. La sostenibilità non è un punto di arrivo, è un viaggio composto da tante tappe.
Secondo un’indagine condotta da Economist Intelligence Unit per lo U.S. Cotton Trust Protocol nel 2020, il 60% delle aziende intervistate è convinto che una svolta sostenibile sia la sola strada da percorrere per continuare a crescere.
Il settore tessile sostenibile deve sperimentare continuamente nuove soluzioni e analizzare nuovi modelli di business. Tutto questo significa puntare sull’approvvigionamento di materie prime prodotte in modo sostenibile, ridurre le emissioni dei gas serra, investire in innovazione e digitalizzazione. Il tutto adottando un approccio basato sull’economia circolare.
Ed è proprio il tema dell’economia circolare che costringe le aziende a fare i conti con processi produttivi innovativi per assicurare che il prodotto finito sia di nuovo utilizzabile alla fine della sua prima vita.
Tracciabilità: i dati contano
Un altro elemento chiave per rendere il settore tessile sostenibile è la disponibilità di dati real time, consentendo di misurare le prestazioni e garantire così la qualità del prodotto; è uno step fondamentale per la sostenibilità poiché conoscere il consumo di risorse come acqua, energia permette di rendere la produzione più efficiente e di ridurre le emissioni.
La risposta viene dalla digitalizzazione dei processi aziendali, dei sistemi di gestione degli edifici e delle linee di produzione in ottica “Transizione 4.0”: la tracciabilità dei materiali lungo i processi produttivi, la logistica e la distribuzione trova nelle tecnologie digitali un supporto operativo efficace.
Tecnologia 4.0 per un settore tessile sostenibile
La filiera industriale italiana del Tessile-Abbigliamento è un mondo frammentato e variegato con una prevalenza di piccole e medie imprese. Una caratteristica che assicura da un lato una maggiore flessibilità e un elevato grado di specializzazione e, dall’altro, richiede innovazione continua per competere.
La transizione digitale rappresenta un’opportunità per le aziende del settore tessile sostenibile in termini di efficienza produttiva e trasparenza lungo tutta la catena del valore. Infatti, l’automazione consente il tracciamento della produzione e del prodotto.
I sistemi per il controllo automatico dei parametri operativi (come temperatura, pressione, tempo, dosaggio dei prodotti chimici) consentono un controllo più accurato dell’intero processo.
Applicando algoritmi di machine learning nei processi produttivi, nella gestione operativa automatizzata dei macchinari, nella manutenzione predittiva delle macchine è possibile ottenere una produzione più efficiente e flessibile.
Schneider Electric supporta il settore tessile sostenibile fornendo gli strumenti e il know how adatto a implementare la digitalizzazione dei processi e sfruttarne così i vantaggi, quali:
monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici e idrici;
gestione smart dei parametri fondamentali dell’intero processo produttivo;
tracciabilità della filiera dalle materie prime al prodotto finito;
digitalizzazione e automatizzazione dei processi produttivi;
diagnostica avanzata e manutenzione programmata;
flessibilità operativa per gestire produzioni diversificate.
A vincere la sfida competitiva sono le aziende che hanno una solida tradizione e il giusto equilibrio tra specializzazione da un lato e flessibilità dall’altro, coadiuvati dalla capacità nel leggere l’evoluzione dei mercati.
L’autrice del blog: Alessia Varalda
Alessia Varalda è ingegnere elettrotecnico, writing and editor consulting, fotografa e blogger.
Appena laureata si è dedicata alla realizzazione di impianti elettrici per poi spostarsi nel mondo delle energie rinnovabili che ama tantissimo. Ha avuto la possibilità di scrivere e seguire il mondo dell’energia tradizionale e rinnovabile grazie ad una casa editrice tecnica. Ha quindi deciso di seguire “l’elettricità” sotto punti di vista diversi. Per circa 13 anni si è occupata de “Il Giornale dell’Installatore Elettrico”, prima come redattore, poi come responsabile della rivista.
Ha seguito, coordinato e realizzato contenuti per altre riviste: Impianti + Rinnovabili, Tecnologie Elettriche, Percorsi Illuminazione e Tis (Il Corriere IdroTermoSanitario). Inoltre ha realizzato due monografie sulle rinnovabili dal titolo Sole Acqua Aria e Acqua. Si è occupata di energia, di illuminazione, di climatizzazione e di rinnovabili. Ha organizzato corsi di formazione, convegni ed eventi legati all’energia e all’integrazione.
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