Futuro sostenibile cercasi: verso una nuova normalità economica e sociale che sfrutti Transizione 4.0, Recovery Fund e Green Deal mettendo al centro la digitalizzazione.
Superare la crisi, traghettando le aziende e l’economia globale verso un futuro sostenibile, resiliente, connesso. Una sfida epocale che si può vincere solo valorizzando un unico grande strumento: la digitalizzazione.
Perché migliorare processi, flussi e servizi porta vantaggio competitivo, lo abbiamo sperimentato nell’inaspettata accelerazione digitale del 2020. E l’ottimizzazione delle risorse energetiche e aziendali riconduce circolarmente alla proficua correlazione tra investimenti smart, efficienza e sostenibilità.
Questo intreccio digitale ci aiuterà a ottenere una nuova normalità? Servono politiche, riflessioni e strategie importanti, ma la tecnologia è pronta.
Ripensare un futuro sostenibile e competitivo
Il 2020 è stato un anno diverso da tutti gli altri, certamente difficile ma per molti versi unico.
Da un lato ha evidenziato le fragilità strategiche e tecnologiche di molte aziende, dall’altro ha premiato la lungimiranza di chi aveva già intrapreso la strada dell’innovazione.
In tutto questo, il concetto di resilienza ha assunto pienamente il proprio significato: quando tutto funziona al meglio e non ci sono “scossoni” è facile lavorare bene. Ma cosa succede quando subentra una nuova variabile? E se questa nuova variabile fosse capace di scardinare tutte le nostre certezze? Ci sono scelte difficili da compiere, in tempi sempre più ridotti, con conseguenze tutt’altro che certe. Se il margine di errore è prossimo allo zero, come capire quale direzione imboccare?
Ancora una volta, è questione di numeri.
“Raccogliere informazioni, analizzare i dati e comprendere i fatti consente alle aziende di prendere decisioni corrette in funzione dell’obiettivo prefissato – spiega Laura Bruni, Direttore Affari Istituzionali di Schneider Electric Italia – La ‘smartizzazione’ dal campo, con oggetti intelligenti e applicazioni IoT, fa dialogare tutti i livelli della catena abilitando scelte operative consapevoli e sostenibili. Strategie che consentono alle aziende di rispondere prontamente alle mutevoli esigenze del mercato”.
Quanto conta l’efficienza energetica
L’energia è tra i principali “clienti” della digitalizzazione, e lo è per diversi motivi.
Innanzitutto, perché ogni processo dipende da una fonte energetica: essere in grado di controllare con precisione produzione, erogazione, trasmissione e utilizzo dell’elettricità è fondamentale.
Nel corso del nuovo millennio, poi, sono cambiate anche molte carte in tavola: l’apporto delle rinnovabili ha raggiunto quote prima inimmaginabili e le reti di distribuzione si stanno adeguando alla progressiva decentralizzazione degli impianti. Oggi non parliamo più di semplici “reti”, ma di veri e propri organismi in grado di funzionare e regolarsi sulla base di algoritmi in costante evoluzione. La mobilità elettrica, con punti di ricarica chiamati a erogare centinaia di kW, ha reso il tutto ancora più complesso. Un’evoluzione che non sarebbe stata possibile con i vecchi strumenti, adatti a soddisfare vecchie necessità. La parola chiave è dunque digital energy.
Le aziende digitali e sostenibili crescono
Il cambio di paradigma non è votato solamente al risparmio. Le aziende sostenibili, infatti, crescono di più e meglio. Soluzioni che aumentano la sostenibilità del business sono anche soluzioni strategiche nell’ottica di un aumento dell’efficienza e della riduzione dei costi e degli sprechi. Insomma, le aziende diventano più competitive in virtù di processi e modelli migliori, controllabili ed efficienti. La digitalizzazione è parte integrante di questo trend in quanto motore dell’innovazione.
Restando in tema di energia digitale, una strategia parzialmente errata è quello di puntare al minor consumo possibile in assoluto. In realtà, occorre anche consumare meglio e impegnare nel modo corretto le risorse a disposizione per ottenere vantaggi tangibili.
Come si è giunti a queste valutazioni? Torna il concetto di circolo virtuoso: digitalizzando i processi, estraendo dati da analizzare per trasformarli poi in informazioni utili per ottenere le giuste risposte. Ed essere quindi più efficienti e performanti sotto tutti i punti di vista.
Futuro sostenibile: i consumatori ci credono
Il successo di un’azienda è fisiologicamente legato alle attitudini dei suoi clienti. Ed è ormai noto che i consumatori tendono a scegliere, a parità di qualità, le realtà che fanno della sostenibilità uno dei propri pilastri. Anche nelle pubblicità, spesso, si ritiene strategico segnalare l’utilizzo di elettricità autoprodotta o di origine rinnovabile. Non è solo questione di marketing, non è semplicemente un riconoscimento: essere sostenibili in questo particolare momento storico rappresenta un vantaggio sul piano dei valori, ma anche su quello economico.
Questo perché le aziende energivore sono ancora molte e la bolletta energetica rappresenta un valore importante nella voce dei costi. A maggior ragione, dunque, conviene valutare dove e come si stanno spendendo i propri soldi, per avere la certezza di non sprecarli.
Coraggio nelle politiche e negli investimenti smart
Come aumentare consapevolezza e investimenti in ottica digitale? Le istituzioni provano a fare la loro parte. In ambito industriale, il Piano Transizione 4.0 nasce per mantenere l’impulso già avviato dalle misure di Industria 4.0 e Impresa 4.0, ma per un passo ancora più deciso verso la digitalizzazione è importante sfruttare appieno le potenzialità del Recovery Fund.
“Da prime anticipazioni di scenario condivise al Tavolo con Confindustria – cita come esempio Laura Bruni – “Transizione 4.0 – 2022, finanziata dal Recovery Fund, dovrebbe puntare a riconoscere benefici fiscali non solo all’acquisto di beni smart, ma anche alla presentazione e realizzazione di ‘progetti digitali & sostenibili’, compresi i relativi costi del personale e di formazione”.
“La green trasformation sta diventando sempre più leva competitiva per il core business dell’impresa, anche per le PMI italiane e la digitalizzazione ne è fattore abilitante. Se sei digitale e verde – conclude Laura Bruni – riduci i tuoi costi operativi, incrementi il valore del brand, sei scelto da più clienti, collabori coi migliori fornitori, le nuove generazioni vogliono lavorare con te.”
Dal Green Deal al PNRR nazionale, tecnologia, digitalizzazione e sostenibilità saranno quindi facce integrate della stessa medaglia.
In realtà si tratta di un approccio che non stravolge il concetto di base, come evidenziato da Jean-Pascal Tricoire, Presidente e CEO di Schneider Electric, in occasione dell’Innovation Summit World Tour.
“Non dobbiamo cambiare i nostri obiettivi o le priorità – ha confermato Tricoire – “Dobbiamo porre al centro delle nostre riflessioni la sostenibilità e, per farlo, bisogna puntare sulle soluzioni digitali utili per costruire un futuro più resiliente e, appunto, sostenibile”.
L’autrice del blog: Alessia Varalda,ingegnere elettrotecnico
Alessia Varalda è ingegnere elettrotecnico, writing and editor consulting, fotografa e blogger.
Appena laureata si è dedicata alla realizzazione di impianti elettrici per poi spostarsi nel mondo delle energie rinnovabili che ama tantissimo. Ha avuto la possibilità di scrivere e seguire il mondo dell’energia tradizionale e rinnovabile grazie ad una casa editrice tecnica. Ha quindi deciso di seguire “l’elettricità” sotto punti di vista diversi. Per circa 13 anni si è occupata de “Il Giornale dell’Installatore Elettrico”, prima come redattore, poi come responsabile della rivista.
Ha seguito, coordinato e realizzato contenuti per altre riviste: Impianti + Rinnovabili, Tecnologie Elettriche, Percorsi Illuminazione e Tis (Il Corriere IdroTermoSanitario). Inoltre ha realizzato due monografie sulle rinnovabili dal titolo Sole Acqua Aria e Acqua. Si è occupata di energia, di illuminazione, di climatizzazione e di rinnovabili. Ha organizzato corsi di formazione, convegni ed eventi legati all’energia e all’integrazione.
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