La partnership nata anni fa con Schneider Electric permette oggi a Omag di creare macchine per il packaging evolute sul fronte delle tecnologie e dei servizi disponibili. E le prospettive di sviluppo legate alla blockchain sono molto interessanti.
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È difficile parlare di un argomento vasto come il packaging senza osservarlo sotto molteplici punti di vista.
C’è quello pratico, ovviamente, che prevede il confezionamento di un bene per rispondere a specifiche necessità degli utilizzatori finali.
C’è poi quello tecnico, che impone caratteristiche di tenuta, resistenza, forma ecc.
Non deve mancare il punto di vista della sostenibilità. Questo significa attenzione all’uso di materiali ecocompatibili, a design pensati per semplificare il riciclo e al minimo impatto ambientale.
C’è, infine, quello dei costruttori di macchine. Gli OEM devono essere in grado di costruire impianti che mettano in pratica quanto appena citato. E devono farlo in modo veloce, affidabile ed economico.
Questa complessità ha portato il settore della costruzione di macchine per il packaging a vivere un periodo di forte sviluppo. I dati mostrano come la produzione italiana di macchine abbia generato un fatturato superiore a 8,2 miliardi di euro nel 2021. In particolare sono i settori del Food & Beverage a generare il fatturato maggiore (57%). Seguono Farmaceutico & Biomedicale (17,1%), Cosmetico & Personal Care (4,1%), Chemicals & Home (3,5%). Il restante 18,2% si suddivide in altri ambiti, come quello del tabacco e del tissue.
50 anni di esperienza
Omag è un gruppo con sede principale a Gradara (PU) operativo dal 1973 e impegnato nella realizzazione di macchine singole e linee complete per il confezionamento. Oggi le soluzioni Omag trovano posto nei settori più disparati, in particolare Food e Pharma, nei quali vengono apprezzate per le caratteristiche legate a qualità, affidabilità produttiva e attenzione alla sostenibilità.
Ma prima ancora che per le macchine, Omag viene riconosciuta per l’approccio volto al problem solving delle necessità del cliente. In un mercato sempre più complesso, trovare la soluzione migliore per una specifica esigenza è un plus importante che include l’analisi, la progettazione e la realizzazione di una macchina, compresi tutti quei servizi necessari a farla funzionare nel migliore dei modi.
Un successo concreto
Una delle macchine di maggior successo sviluppate da Omag per il packaging in film flessibile è CS/6. Si tratta di una confezionatrice in grado di lavorare su sei file prodotti monodose in stick, pilotata dall’automazione della gamma PacDrive di Schneider Electric.
La collaborazione con Schneider Electric è iniziata ormai 15 anni fa e si è ben presto evoluta in un rapporto di partnership sempre più stretta.
Poiché l’automazione rappresenta il cuore di ogni macchina, è fondamentale poter contare sul massimo supporto del fornitore. E lo è a maggior ragione in questi periodi, dove lo sviluppo delle nuove macchine deve tenere conto – oltre che della produttività – anche dell’efficienza, dei consumi e della capacità della macchina stessa di fornire i dati tramite i quali trarre le informazioni utili per assicurare la massima affidabilità e gestire di conseguenza la manutenzione predittiva.
Per confezionare bustine saldate su tre lati a velocità che arrivano fino a 100 colpi al minuto, la confezionatrice CS è stata equipaggiata con l’architettura PacDrive 3 per la gestione logica PLC e Motion, mentre per i motori la scelta è caduta sui modelli con azionamento integrato Lexium ILM62. Proprio nell’ottica di valutare gli assorbimenti energetici dell’impianto, sono stati installati gli avviatori TeSys Island, che offrono funzionalità di rilevamento dei consumi.
Innovazione continua
È evidente come le performance di un impianto non dipendano più solo dalla meccanica presente a bordo macchina, ma che traggano sempre maggior beneficio dai servizi e dalla digitalizzazione della produzione.
Ad esempio, per semplificare e rendere più smart la manutenzione degli impianti, Omag mette a disposizione una vera e propria control room attraverso la quale una figura preposta (come l’OEM, il gestore, il manutentore o il fornitore di servizi) può assistere da remoto il personale in loco attraverso l’uso di dispositivi per la realtà aumentata.
Sulla confezionatrice CS, Omag ha voluto fare un ulteriore passo in avanti sfruttando la blockchain: una tecnologia che permette di archiviare in cloud, in un ambiente protetto e inviolabile, i dati generati dalla macchina. Il vantaggio per l’utente è quello di poter tracciare eventi, gestire manutenzioni, persino attivare contratti supplementari legati a specifiche necessità (come quelli a performance). In ciascuno di questi casi è la blockchain a fare da garante sulla correttezza dei dati. Pur trattandosi ancora di un proof of concept, questo approccio delinea una rotta chiara per Omag, resa possibile anche grazie allo sviluppo congiunto con gli specialisti di Schneider Electric.
L’importanza della sostenibilità nel packaging
Il tema della sostenibilità è ampio e complesso: include infatti differenti approcci, tutti ugualmente importanti per il raggiungimento del risultato finale.
Omag da tempo considera il Life Cycle Assessment (LCA) delle proprie macchine sin dalla fase di progettazione, affinché ogni step successivo assicuri il miglior livello possibile di sostenibilità.
Il punto di partenza è la scelta delle materie prime usate per la costruzione dei singoli componenti. Molti di questi, vengono lavorati internamente all’azienda. Questo consente di gestire al meglio il relativo know how e ridurre l’impatto logistico imposto dall’uso di eventuali fornitori esterni.
C’è poi la questione del fine vita, che per i modelli di Omag non termina necessariamente con lo smaltimento della macchina, ma spesso prevede l’intervento della casa madre per un aggiornamento e revamping al fine di essere reimmesse in circolazione per un perfetto approccio circolare.
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