Nel farmaceutico la precisione è fondamentale. Ecco come abbiamo supportato l’innovativa applicazione MicroRobot 50 di Romaco con le funzionalità della nostra soluzione PacDrive 3.
Indice degli argomenti
L’industria farmaceutica rappresenta per l’Italia uno dei settori di pregio in termini di innovazione, tasso di internazionalizzazione e ricavi. Con oltre 34 miliardi di fatturato nel 2021 e un export che tocca quota 85%, dà lavoro a circa 67.000 addetti.
Non è da meno il settore del packaging. Nello specifico è quello relativo alla chimica e alla farmaceutica che si trova ad affrontare sfide sempre più impegnative. L’obiettivo quello di assicurare la massima efficienza e un vantaggio competitivo ai protagonisti del settore.
L’unione fa la forza
Come già accade in numerosi altri ambiti, anche i produttori di macchine per il confezionamento di prodotti (solidi, polveri e liquidi) stanno vivendo in pieno il processo di trasformazione digitale degli impianti.
Il farmaceutico è il settore con le maggiori criticità, ma anche con più opportunità: la complessità sta nel coglierle.
Per farlo è necessario che i produttori di macchine scelgano i giusti partner – e non semplici fornitori. Questa scelta permette di ottenere il massimo e offrire così soluzioni capaci di soddisfare le necessità tecniche ed economiche dei clienti finali.
Ma come è possibile far evolvere un semplice rapporto tra fornitore e acquirente a uno di vera e propria partnership? Ci sono riusciti Romaco – gruppo internazionale che progetta e realizza impianti per il confezionamento primario e secondario di liquidi e polveri in ambito farmaceutico, chimico e nutraceutico – e Schneider Electric con la propria divisione Sistemi per l’Automazione Industriale.
Partiamo da un presupposto. I costruttori di macchine conoscono alla perfezione i processi e le relative criticità. Mentre chi si occupa di componenti e soluzioni per l’automazione possiede il know how necessario per una implementazione efficace.
È evidente come uno scambio continuo di informazioni si traduca in un miglioramento costante delle performance delle macchine. Lo dimostra l’applicazione MicroRobot 50 di Romaco. Si tratta di un sistema per il dosaggio di polveri e liquidi sotto isolatore che beneficia delle funzionalità di PacDrive 3 di Schneider Electric. La soluzione include azionamenti, controllori e motori specificamente sviluppati per questa tipologia di applicazione.
Nata come risultato dell’ingegneria Romaco per rispondere alle richieste di un cliente con esigenze particolari in termini di contenimento e gestione di una polvere complessa e difficile da dosare, MicroRobot 50 è un sistema innovativo che, anche grazie all’apporto del lavoro di team con Schneider Electric e alla piattaforma PacDrive 3, dà risultati eccellenti in termini di flessibilità, prestazioni e facilità d’uso.
PacDrive 3, la proposta di Schneider Electric per il settore farmaceutico
L’automazione a bordo macchina può richiedere diversi approcci e configurazioni. PacDrive nasce come piattaforma in grado di gestire PLC, robot e fino a 99 assi tramite una tecnologia aperta basata su standard internazionali. Oltre ad assicurare le performance richieste, PacDrive 3 semplifica lo sviluppo e l’aggiornamento delle macchine a livello hardware e software.
I benefici sono tangibili sia per il costruttore, sia per l’utilizzatore della macchina.
Ad esempio, il controller consente una facile commutazione tra assi reali e virtuali. Questo permette l’esecuzione di test e simulazioni senza la necessità di collegare fisicamente i motori. L’approccio modulare e basato su librerie semplifica inoltre la programmazione. Ciascuna modifica viene riconosciuta istantaneamente grazie alla scansione automatica del controller, che riconosce tutte le unità o tutti i motori collegati e può attivarli o disattivarli automaticamente.
Queste sono alcune delle qualità di PacDrive 3 che hanno collaborato alla realizzazione di MicroRobot 50 così come Romaco l’aveva immaginata: una macchina versatile e precisa che si occupa del dosaggio asettico di polveri e liquidi per il settore farmaceutico, nell’ambito del packaging primario.
MicroRobot 50, nata per dosare materiali difficili
Come molte delle macchine sviluppate da Romaco, anche MicroRobot 50 nasce dalla specifica esigenza di un cliente che si è trovato a gestire un prodotto “difficile”: una polvere con caratteristiche igroscopiche, problematico da dosare con precisione con i sistemi tradizionali.
La dosatrice, che integra tecnologie robotiche evolute, è integrata in un sistema di contenimento (isolatore) che permette di manipolare in ambiente sterile e in completa sicurezza polveri e sostanze ad alto valore, che non possono venire a contatto con gli operatori e con l’ambiente circostante.
MicroRobot 50 è in grado di dosare fino a 3.000 flaconi l’ora (quasi uno al secondo) con estrema precisione e senza risentire delle caratteristiche di difficile manipolabilità del materiale trattato. Per ottenere questo risultato, Romaco ha ideato un particolare sistema di riempimento denominato donut™, che richiama la sua particolare forma a ciambella.
MicroRobot 50 è l’esempio perfetto di ciò che una partnership tra aziende può rendere possibile.
Incrociando le competenze e l’esperienza di Romaco e del cliente finale con il valore aggiunto delle soluzioni di Schneider Electric è stato possibile ideare una macchina in grado non solo di rispondere a una esigenza tecnica, ma di farlo in maniera efficiente, affidabile e produttiva.
Massima sostenibilità
Un’altra tematica che da sempre sta a cuore al settore del packaging è quello della sostenibilità. Oggi, alla luce dei recenti aumenti dei costi dell’energia, lo è ancora di più.
Romaco è impegnata infatti nello sviluppo costante di macchine che utilizzino solo l’energia strettamente necessaria per i processi produttivi, evitando gli sprechi o un impiego poco efficiente delle risorse.
Per farlo è però necessario conoscere dove e come l’energia viene utilizzata: anche da questo punto di vista il lavoro con Schneider Electric ha permesso di realizzare un percorso basato su dati reali per conoscere i consumi e valutare potenziali inefficienze. Gli stessi dati vengono inoltre usati per pianificare una manutenzione in forma predittiva, capace di limitare i fermi inattesi e migliorare così la disponibilità della macchina.
Il prossimo passo di questo percorso verso la sostenibilità sarà la valutazione del Lifecycle Assessment, l’impronta ambientale lungo l’intero ciclo di vita delle macchine, e la successiva certificazione in linea con gli standard internazionali.
Aggiungi un commento