I data center e l’innovazione di rete facilitano la digitalizzazione. Ma quelli odierni sono sufficienti per supportare la crescita? Quali innovazioni sono necessarie nelle nostre reti per stare al passo con l’accelerazione della trasformazione digitale? Possiamo rendere il data center del futuro più efficiente, adattabile e sostenibile allo stesso tempo?
Il 2020 sarà ricordato come un anno particolare per molti settori ma anche come l’anno dell’accelerazione digitale e dell’innovazione dei data center.
Ecco alcune delle tendenze emergenti che prevedo manifestarsi nei prossimi anni a seguito dell’aumento dell’accelerazione digitale e dell’automazione digitale.
Edge computing, Wi-Fi 6 e 5G per l’Industria 4.0
La pandemia ha evidenziato la necessità di poter produrre localmente quando si verificano situazioni di emergenza. Ad esempio, per la produzione di dispositivi di protezione personale, attrezzature salvavita e anche vaccini.
I più grandi ostacoli alla produzione locale sono sempre stati la riduzione al minimo i costi e la disponibilità di persone qualificate. Le persone sono infatti fondamentali nella gestione di produzione e approvvigionamento, programmazione, controllo di qualità, ecc. Il fattore chiave per riportare la produzione a livello locale è quindi l’automazione.
Wi-Fi 6 e 5G garantiscono capacità, affidabilità e flessibilità “senza vincoli”. Questo permette che le macchine siano totalmente connesse e che tutti i sensori condividano i dati in un flusso costante quasi in tempo reale, per ottimizzare e migliorare la produzione. L’Edge computing verrà utilizzato per sfruttare ed elaborare tutte le informazioni per l’ottimizzazione della macchina e del processo. La convergenza IT / OT è uno dei termini più utilizzati al giorno d’oggi, ma prenderà si concretizzerà nell’Industria 4.0.
Un nuovo mondo contactless e touch-free
Prima della pandemia, il mondo era sulla buona strada per automatizzare molti processi. Ad esempio, tutte le procedure di emissione di biglietti e imbarco dei trasporti, il check-in in hotel, le ordinazioni e la preparazione del cibo. Per alcune di queste attività si usavano device “touch screen” che invece adesso non sono più considerati “adatti” a causa dell’emergenza sanitaria.
Per rendere il mondo “touch-free” si potrebbero usare gli smartphone. Ma in prossimo futuro saranno soluzioni che utilizzano comandi vocali e rilevamento facciale con analisi video integrata (IVA) a fare la differenza.
I formati video producono però una grande quantità di dati. I video ad alta definizione mettono a dura prova anche le reti e l’IT. E sebbene esistano tecniche di compressione e processi di flusso di dati, non basteranno.
Si prevede che il numero di applicazioni di questo tipo, ad esempio l’integrazione nella tracciabilità dei contratti, aumenteranno enormemente nel corso dei prossimi anni. Non solo, in queste applicazioni vengono utilizzati algoritmi di intelligenza artificiale per determinare l’umore in cui si trovano le persone e il loro modo di lavorare e prevedere quali saranno le loro prossime azioni attraverso indicatori di comportamento (IOB).
Resilienza, potenza di elaborazione e di archiviazione dei dati, saranno imprescindibili per supportare queste applicazioni. Per questo un Micro Data Center Edge sarà la scelta più logica.
I data center diventano sempre più strategici
L’emergenza sanitaria ha reso le aziende coscienti che quando non è possibile avere in loco personale di supporto per la gestione dei data center, intervenire per qualsiasi evenienza è complicato. Mi aspetto quindi che le aziende aggiorneranno in primis sistemi DCIM e ITIM per fornire adeguati livelli di visibilità dei sistemi. In secondo luogo, progetteranno e implementeranno soluzioni per eseguire la manutenzione e l’aggiornamento da remoto o attraverso sistemi di automazione.
Un esempio in questo senso si chiama ROME. Si tratta di un robot che gestisce i collegamenti dei cavi, scollegando i componenti e reinserendoli.
L’automazione aumenta il carico di lavoro dell’IT
Per garantire che i flussi di lavoro e i processi vengano eseguiti in modo efficiente e senza il costante intervento umano in sede, il lavoro dell’IT scalerà anche su architetture di elaborazione ibrida su larga scala. Saranno le Operations a stabilire le condizioni e i carichi di lavoro migreranno automaticamente su diversi server fisici potenzialmente ovunque nell’architettura del data center.
Comunicazione “LEO” per l’Edge Computing
I satelliti in orbita terrestre bassa (LEO) potrebbero essere la prossima generazione di tecnologia di comunicazione. Il futuro è più vicino di quanto si possa immaginare. La capacità di “tagliare i fili” nelle comunicazioni terrestri apre enormi possibilità per le implementazioni di data center di edge computing.
Una delle principali sfide di questo tipo di implementazione è l’accesso a una connessione di rete ad alta velocità, soprattutto nelle aree remote. Ma quando 12.000 satelliti in orbita bassa sono nello spazio, questo problema scompare.
I progressi dell’automazione per la digital transformation
Gli eventi del 2020 hanno sicuramente dato una grande spinta alla trasformazione digitale delle aziende. IT e reti devono dunque adeguarsi per stare la passo delle nuove necessità. Per tutta la prima parte dell’anno l’attenzione continuerà ad essere focalizzata sull’innovazione delle architetture e delle reti informatiche per aumentare prestazioni ed efficienze attraverso l’automazione.
Chissà quali possibilità si creeranno nel 2022 grazie all’automazione digitale, alla trasformazione digitale e alle innovazioni del settore!
Scopri di più nel nostro white paper “Risoluzione delle sfide legate all’Edge Computing”.
Questo post blog è stato originariamente pubblicato in inglese sul blog Schneider Electric Global.
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L’autore del post: Steven Carlini
Steven Carlini è il Vice Presidente Innovazione ae Data Center di Schneider Electric.
Steven è responsabile dello sviluppo di soluzioni integrate e della comunicazione della proposta di valore per il segmento dei data center di Schneider Electric, inclusi i data center aziendali e cloud.
Ha conseguito un BS in ingegneria elettrica presso l’Università dell’Oklahoma e un MBA in International Business presso la CT Bauer School presso l’Università di Houston.
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