Indice degli argomenti
- La visione: da centro energivoro a hub sostenibile
- Un modello operativo: 4 pilastri per la trasformazione green
- 1. Digitalizzazione: sfruttare i dati per operazioni più intelligenti
- 2. Regolamentazione: un acceleratore del cambiamento
- 3. Personalizzazione: strategie su misura per ogni porto
- 4. Collaborazione: nessuno può farcela da solo
- La rotta verso il 2050
- Per approfondire: leggi il report completo
I porti sono la spina dorsale del commercio globale, snodi vitali che collegano i continenti e alimentano le nostre economie. Ma questo ruolo cruciale comporta un costo ambientale significativo. In quanto centri strategici per i trasporti, i porti rappresentano anche una delle principali fonti di emissioni a livello mondiale. La sfida è immensa, ma altrettanto lo sono le opportunità in gioco. Il settore del trasporto marittimo ha un potenziale particolarmente rilevante per fare la differenza nella corsa globale verso la decarbonizzazione.
Schneider Electric, in quanto orgoglioso membro della New Energies Coalition, si impegna ad accelerare la transizione energetica. Abbiamo unito le forze con altri protagonisti chiave del settore—CMA CGM, Cluster Maritime Français, Engie, TotalEnergies e PSA—per affrontare questa sfida in prima linea. La nostra più recente collaborazione ha prodotto un nuovo report di approfondimento: “Decarbonize Ports & Manage Energies Efficiency“.
Questo report approfondisce uno studio precedente sull’elettrificazione portuale e analizza le sfide critiche legate all’efficienza energetica e alla decarbonizzazione dei porti. Esplora come i terminal marittimi si stiano trasformando in hub energetici sostenibili attraverso soluzioni innovative e strategie concrete, basandosi su dati reali del 2022 provenienti da cinque casi studio internazionali: Martinica, Malta, Los Angeles, Le Havre e Singapore. I risultati sono chiari: sebbene il percorso verso le emissioni zero sia complesso, un futuro sostenibile ed efficiente è possibile.
La visione: da centro energivoro a hub sostenibile
Il cuore del modello strategico della coalizione è un rinnovamento radicale del ruolo dei porti. Immaginate un futuro in cui i porti passino da grandi consumatori di energia a produttori attivi di energia pulita, diventando veri e propri hub multi-energia.
Pensate a un porto che genera la propria energia rinnovabile attraverso pannelli solari e turbine eoliche installate in loco. Un porto che accumula questa energia in sistemi avanzati di batterie (BESS) e utilizza reti intelligenti per distribuirla esattamente quando e dove serve—alimentando tutto, dalle gru elettriche alle navi ormeggiate. Non è fantascienza: le tecnologie esistono già oggi.
Realizzare questa visione significa affrontare le emissioni su più fronti, seguendo il Protocollo sui Gas Serra (GHG Protocol):
- Eliminare le emissioni dirette (Scope 1): sostituire i macchinari diesel con alternative elettriche o con combustibili più puliti come l’idrogeno verde.
- Ridurre le emissioni da energia acquistata (Scope 2): passare a energia da fonti rinnovabili, prodotta in loco o acquistata tramite Contratti di Acquisto di Energia Verde (Green PPA).
- Ridurre le emissioni indirette della filiera (Scope 3): coinvolgere l’intero ecosistema portuale nell’utilizzo dell’alimentazione da banchina (shore power) per le navi ormeggiate, nell’ottimizzazione dei tempi di sosta e nella promozione di combustibili puliti e veicoli elettrici.
Un modello operativo: 4 pilastri per la trasformazione green
La ricerca della coalizione ha individuato quattro pilastri fondamentali che costituiscono le fondamenta di questo modello di decarbonizzazione.
1. Digitalizzazione: sfruttare i dati per operazioni più intelligenti
I dati sono la chiave per un futuro decarbonizzato. Il passaggio a hub multi-energia richiede la capacità di raccogliere, analizzare e utilizzare dati in tempo reale provenienti dall’intero ecosistema portuale.
Implementando reti intelligenti e piattaforme digitali interoperabili, gli operatori portuali possono:
- Monitorare e prevedere i consumi energetici per ottimizzare le operazioni e anticipare i picchi di domanda.
- Integrare senza problemi le fonti rinnovabili, garantendo una distribuzione energetica stabile ed efficiente.
- Eliminare gli sprechi e ridurre i costi operativi fornendo la giusta quantità di energia al momento giusto.
Questo approccio richiede solide misure di cybersecurity e, soprattutto, la volontà di tutti gli stakeholder—dalle compagnie di navigazione alle autorità portuali—di condividere i dati in modo sicuro e collaborativo.
2. Regolamentazione: un acceleratore del cambiamento
Normative chiare e ambiziose non frenano l’innovazione, la accelerano. I quadri normativi globali e regionali stanno fissando scadenze precise che creano urgenza condivisa e garantiscono regole uguali per tutti.
Le principali normative che stanno guidando la transizione:
- L’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) ha fissato l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050.
- Il Regolamento UE sulle Infrastrutture per i Combustibili Alternativi (AFIR) renderà obbligatoria l’elettrificazione delle banchine per i principali porti entro il 2030, permettendo alle navi di collegarsi alla rete elettrica e spegnere i motori durante l’ormeggio.
Questi obiettivi incoraggiano lo sviluppo di infrastrutture per l’energia pulita e incentivano gli investimenti nelle tecnologie verdi necessarie.
3. Personalizzazione: strategie su misura per ogni porto
Gli obiettivi sono globali, ma le soluzioni devono essere locali. I casi studio della coalizione hanno dimostrato che non esiste una ricetta unica per la decarbonizzazione portuale. Ogni porto necessita di una strategia calibrata sul proprio contesto geografico, economico e normativo.
Alcuni esempi concreti:
- Porto di Le Havre: grazie al mix energetico francese a basse emissioni basato sul nucleare, l’alimentazione elettrica da banchina permette di ridurre le emissioni delle navi fino al 92%. Il porto sta anche valutando i biocarburanti per le locomotive, sfruttando la vicinanza di una raffineria.
- Los Angeles: dove la rete elettrica è spesso sotto pressione, il terminal Fenix Marine Services sta sperimentando diesel rinnovabile e idrogeno verde per alimentare le attrezzature e garantire continuità operativa anche durante i blackout.
Questi esempi dimostrano quanto sia importante analizzare a fondo ogni contesto e costruire una roadmap specifica per ogni terminal.
4. Collaborazione: nessuno può farcela da solo
La trasformazione dei porti non può avvenire in modo isolato. Serve uno sforzo coordinato di governi, autorità portuali, compagnie di navigazione e fornitori di energia. Le partnership tra più stakeholder e le collaborazioni pubblico-private sono essenziali per allineare gli obiettivi, condividere i rischi e agire in modo coordinato.
Questa trasformazione richiede anche investimenti significativi, sia pubblici che privati. Servono strumenti finanziari che riducano il rischio di questi investimenti cruciali in tecnologie verdi e modernizzazione delle infrastrutture, indirizzando i capitali dove possono generare il massimo impatto.
La rotta verso il 2050
Il cammino verso il raggiungimento della neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050 è ambizioso, ma i risultati della coalizione dimostrano che è realizzabile. In Schneider Electric, come membro attivo della New Energies Coalition, crediamo che trasformando i porti in hub intelligenti di energia pulita guidati dai dati, possiamo ridurre drasticamente l’impatto ambientale del settore marittimo e costruire un futuro più sostenibile.
I porti non sono solo punti di passaggio per le merci: sono porte d’accesso verso un mondo più pulito e resiliente.
Per approfondire: leggi il report completo
Questo articolo è solo una sintesi. Per esplorare tutti i risultati, i casi studio dettagliati e le strategie sviluppate dalla coalizione, ti invitiamo a leggere il report completo.
Leggi il report completo “Decarbonize Ports & Manage Energies Efficiency”.
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