Data center: cinque passi per una supply chain sostenibile

La sostenibilità sta diventando sempre più importante per i consumatori, ancora di più nel mercato dei Data Center ma una supply chain sostenibile è possibile.

Pale eoliche

Una recente indagine di 451 Research ha rivelato che il 97% dei clienti dei fornitori di colocation chiede loro impegni di sostenibilità. Questa richiesta sta costringendo gli operatori di Data Center e i fornitori di colocation a riconsiderare il modo in cui gestiscono le loro catene di fornitura per ridurre le loro emissioni complessive. 

Impegnarsi con i propri fornitori per identificare e gestire la propria impronta di carbonio contribuirà a ridurre le emissioni di gas serra (GHG o Greenhouse Gas, i gas ad effetto serra) insieme ad altre tematiche che riguardano i temi ESG (Environmental, Social e Governance). 

Tuttavia, prima di iniziare ad affrontare le emissioni della vostra catena di fornitura (la supply chain), bisogna prima valutarle. Il Protocollo sui gas serra stabilisce quadri normativi dettagliati a livello globale per misurare e gestire le emissioni derivate dalle attività aziendali e delle catene del valore (value chain) del settore privato e pubblico. Questi quadri forniscono anche indicazioni sulla quantificazione delle azioni di contenimento. 

Le diverse tipologie di emissioni di gas serra 

Queste emissioni rientrano in tre categorie: 

  1. Scope 1: si riferisce alle emissioni dirette provenienti da fonti di proprietà o controllate.  
  1. Scope 2: comprende le emissioni indirette derivanti dalla generazione di elettricità, vapore, riscaldamento e raffreddamento acquistati e consumati dall’azienda dichiarante.  
  1. Scope 3: comprende tutte le altre emissioni indirette nella catena del valore di un’azienda, dai fornitori a monte e dall’uso dei prodotti a valle. Secondo il Global Compact delle Nazioni Unite, le emissioni dell’ambito 3 rappresentano oltre il 70% dell’impronta di carbonio di molte aziende. 

Per molte aziende, la maggior parte dell’impronta di carbonio dipende dalla catena di approvvigionamento. CDP riporta che, sulla base dei dati del 2020 di oltre 8.000 aziende, le emissioni della catena di approvvigionamento sono in media più di 11 volte superiori a quelle operative. Per l’anno fiscale 2021, Microsoft ha dichiarato che Scope 3 rappresenta oltre il 73% delle emissioni totali dell’azienda, e altri giganti del settore tecnologico hanno riportato cifre simili. 

La transizione verso una catena di fornitura sostenibile non è un viaggio facile, ma è qualcosa che Schneider Electric ha già fatto con successo. Siamo stati riconosciuti come leader in questo settore, votati come l’azienda più sostenibile al mondo nel 2021 da Corporate Knights e come la migliore organizzazione globale di catena di fornitura sostenibile al Global Sustainable Supply Chain Summit 2021. 

Negli ultimi tre anni abbiamo ridotto le emissioni di carbonio della nostra catena di fornitura di oltre 100.000 tonnellate, e ci stiamo impegnando affinchè l’80% delle attività di Schneider sia alimentato da fonti rinnovabili, grazie alle tecnologie Schneider. Attualmente stiamo lavorando con la nostra catena di fornitura per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di carbonio (comprese quelle dei nostri fornitori) entro il 2050. 

Una roadmap per una catena di approvvigionamento sostenibile 

I vantaggi – economici, sociali e ambientali – sono sufficienti per convincere qualsiasi azienda lungimirante a raggiungere una gestione sostenibile della sua catena di fornitura. Ma molte aziende stanno ancora riflettendo su come iniziare il loro viaggio. 

Ecco cinque passi verso la sostenibilità della supply chain per orientare i tuoi investimenti: 

Fase 1: identificare le metriche di sostenibilità della catena di fornitura 

Chi di voi in un’azienda si occupa di sostenibilità, acquisti e gestione della catena di fornitura dovrebbe avviare un processo comune di pianificazione di una supply chain sostenibile. Il primo passo consiste nel selezionare le metriche di sostenibilità che saranno alla base del piano. 

Le metriche specifiche che sceglierete di monitorare devono riflettere le priorità della vostra azienda. Alla produzione, alla spedizione dei componenti e alla costruzione del Data Center si applicano un’ampia gamma di parametri di sostenibilità. Come abbiamo detto, le metriche relative ai residui di carbonio sono un pilastro importante di una supply chain sostenibile. Tuttavia, è possibile prendere in considerazione anche le metriche relative alla gestione dei rifiuti, alla conservazione dell’acqua o agli standard di lavoro nella produzione. 

Fase 2: stabilire parametri di riferimento per le attività in corso 

Una volta deciso quali metriche si vogliono monitorare, bisogna analizzare la propria catena di fornitura attuale per stabilire i valori di riferimento per tutte le attività in corso. Per misurare la riduzione dei residui di carbonio, del consumo energetico o di qualsiasi altra metrica, è necessario conoscere da dove si sta partendo 

Questo processo può richiedere l’intervento di consulenti esperti in grado di creare stime accurate di queste cifre in base alla vostra attività e magari anche l’impegno diretto con i fornitori. 

Fase 3: definire obiettivi e scadenze 

Una volta stabilita la situazione di partenza, è possibile fissare obiettivi specifici relativi a ciascuna metrica selezionata nella fase 1. Ogni obiettivo deve essere specifico e avere una scadenza. Ad esempio, potreste impegnarvi a ridurre del 50% le emissioni Scope 3 associate alla vostra filiera a monte entro il 2030. 

L’ambizione degli obiettivi deve riflettere l’urgenza del problema che state cercando di risolvere, ma deve anche essere realizzabile. Questo è il momento di elaborare strategie pratiche che intendete utilizzare per raggiungere ciascun obiettivo. 

Fase 4: definire le policy della supply chain sostenibile 

Una volta completate, le metriche, gli obiettivi e le strategie devono essere inseriti nella policy della supply chain sostenibile. Questa policy dovrebbe chiarire gli obblighi per ciascuno dei vostri fornitori. Scoprite quali azioni devono intraprendere i vostri fornitori o quali obiettivi devono raggiungere per sostenere i vostri obiettivi generali. 

Fase 5: coinvolgere i fornitori 

L’obiettivo generale di questo processo è quello di coinvolgere i fornitori e incoraggiarli a rendere più ecologiche le loro attività. È più conveniente investire per aiutare i fornitori attuali a soddisfare i requisiti stabiliti nella fase 4 piuttosto che cercare fornitori alternativi. 

A seconda delle esigenze dei vostri fornitori, potete aiutarli a fare un benchmark delle loro prestazioni rispetto alle vostre metriche, istruirli sulle strategie e sulle tattiche di miglioramento e fornire loro indicazioni sul monitoraggio e sulla rendicontazione dei loro risultati futuri. 

I prossimi passi per coinvolgere i fornitori nella riduzione delle emissioni 

Per approfondire le strategie di collaborazione con i fornitori, consulta il Capitolo 5 della guida elettronica “Sustainability Challenge”.  

Questa nuova guida offre spunti pratici per aiutare gli operatori di Data Center e i provider di colocation a impegnarsi con i fornitori e i venditori nell’ambito della sostenibilità. Il capitolo esamina più da vicino le misure tattiche per ridurre le emissioni, con un’ottica più ampia sulla catena di fornitura. 

Questo post è stato pubblicato originariamente sul blog global di Schneider Electric.

L’autore del post: Mark Bidinger

Mark Bidinger è il Presidente del segmento Cloud & Service Provider Segment di Schneider Electric.

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