Nelle strutture sanitarie, il livello di disponibilità dei servizi e dei sistemi è fondamentale. Per questo è necessario implementare piani di disaster recovery e soluzioni che assicurino la continuità operativa.
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Il livello di disponibilità dei sistemi è fondamentale per qualsiasi azienda per tutelare introiti, profitti, flessibilità operativa e soddisfazione dei clienti. Ma c’è un settore dove questo elemento assume una valenza critica: quello ospedaliero e, più in generale, sanitario. Qui non sono solo in gioco i risultati economici, la resilienza e la competitività dell’organizzazione, ma soprattutto la salute e la vita dei pazienti.
Avevamo già parlato nei mesi scorsi delle quattro variabili da tenere sotto controllo per un ospedale sicuro e dell’importanza della continuità operativa. Oggi vogliamo sottolineare però anche altri temi cruciali, come quello del disaster recovery, e soprattutto come il sempre maggiore impiego di nuove tecnologie renda indispensabile tenere alta la guardia, perché ognuna di esse può avere un impatto profondo.
Continuità operativa e disaster recovery
I termini “disaster recovery”, “continuità operativa” e “disponibilità” esprimono concetti diversi, ma sono strettamente correlati tra loro e implicano un ecosistema sempre attivo e operativo. Nel caso delle strutture sanitarie, non si può fare riferimento solamente agli aspetti informatici, ma è fondamentale fare in modo che la continuità di esercizio dell’infrastruttura fisica sia garantita dalla presenza di alimentazione elettrica, nonché dal condizionamento e raffreddamento di tutti gli ambienti. Questi elementi, infatti, sono direttamente correlati alla sicurezza della vita umana.
Ovviamente non esiste un singolo prodotto o soluzione capace di garantire e proteggere tutto, anche perché, come vedremo più avanti, questo “tutto” è in continua evoluzione. Ci sono invece diversi livelli di protezione, sistemi ridondanti per le aree più critiche degli ospedali e svariate procedure, standard e regole da seguire. È indispensabile, inoltre, definire chiaramente adeguate procedure di ripristino del sistema nel caso in cui subisca danni causati da eventi disastrosi.
Ecosistema sempre attivo e operativo
Il basso livello di tolleranza delle strutture sanitarie alle interruzioni elettriche o alle oscillazioni di tensione si traduce nella possibilità che a soffrirne siano i delicati apparati medici, come le apparecchiature per risonanza magnetica e tomografia computerizzata, o addirittura su quelle che mantengono in vita i pazienti. Senza contare gli impianti ausiliari critici, come gli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento (HVAC), le comunicazioni, la gestione delle cartelle cliniche e la sicurezza.
Una strategia di disaster recovery efficiente deve quindi essere olistica, tenendo conto della modalità con cui gli impianti chiave interagiscono e sono tra loro collegati. Parliamo, per esempio di architettura elettrica, sistema di gestione dell’edificio, impianti di riscaldamento, ventilazione e raffreddamento, illuminazione, data center, videocamere di sicurezza, sistemi di controllo degli accessi, apparecchiature mediche e sistemi specialistici per aree critiche.
L’impatto delle tecnologie nelle strutture sanitarie
Ovviamente ci sono anche elementi di recente introduzione, più o meno obbligata, di cui tenere conto:
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Cartelle cliniche elettroniche
La quantità di dati gestite dalle strutture sanitarie sta crescendo esponenzialmente e le cartelle elettroniche sono una componente importante di questo problema, che ha un impatto profondo in prima battuta sui sistemi di storage per la memorizzazione e l’archiviazione dei dati e poi sulla loro accessibilità continua. Anche perché spesso vi sono abbinati referti medici che si basano primariamente sull’imaging, traducendosi in quantità di dati enormemente superiori a quelle dei semplici referti testuali.
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Strumenti self-service e teleconsulti
Negli ospedali e nelle sale d’attesa sono sempre di più i dispositivi elettronici self-service. Grazie a questi chioschi gli utenti possono occuparsi autonomamente di check-in del paziente, moduli di consenso, moduli assicurativi, navigazione nella struttura, prenotazioni e pre-ricoveri. Il tutto permette di risparmiare sul personale, oltre che di ridurre i tempi di attesa. Inoltre, visto il periodo pandemico, sempre più si diffondono i teleconsulti, che consentono alle persone di interfacciarsi con le strutture sanitarie tramite strumenti online, come per esempio Zoom.
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Sistemi RFID (Radio Frequency Identification) e RLTS (Real-Time Location System)
Queste tecnologie consentono di localizzare persone e attrezzature. Spesso vengono implementate per garantire la sicurezza dei pazienti più vulnerabili, come neonati, anziani o persone affette da malattie mentali. Con questi minuscoli dispositivi si possono identificare, localizzare, tracciare e monitorare pazienti, visitatori, il personale, le risorse e le apparecchiature. I dispositivi RFID più semplici utilizzano un sistema di identificazione di base, come i numeri di serie, per tracciare e gestire gli oggetti, mentre quelli più sofisticati incorporano sensori che comunicano dati sulle condizioni ambientali e sulla posizione. I sistemi RTLS servono a identificare e tracciare la posizione di oggetti e persone in tempo reale, generalmente in un edificio o in altre aree limitate, con maggiore precisione, granularità e accuratezza rispetto ai sistemi RFID.
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Robotica
I sistemi robotici possono essere impiegati per sostituire alcune attività umane di assistenza, per aumentare l’indipendenza e la partecipazione sociale delle persone vulnerabili, per l’esecuzione di attività che non possono essere effettuate dall’uomo o che possono essere eseguite in maniera più precisa. Ovviamente i sistemi robotici sono molto complessi, rappresentando la convergenza di interfacce uomo-macchina, sistemi di sensori, fonti di energia mobili, efficienza energetica e materiali biocompatibili.
La continuità operativa è un’esigenza imprescindibile
Tenendo presente i principali obiettivi di una struttura sanitaria – assistenza ai pazienti conveniente, comfort e sicurezza dei pazienti e prestazioni infrastrutturali – la necessità della disponibilità e della qualità dell’alimentazione 24/7 è fondamentale. Un guasto, anche, momentaneo dell’alimentazione può avere gravi conseguenze.
Le apparecchiature elettromedicali e sistemi digitalizzati sono particolarmente sensibili a problemi di qualità dell’energia. Sono necessari dunque soluzioni in grado di assicurare sia la continuità operativa sia la qualità dell’energia.
Inoltre, in una struttura sanitaria è fondamentale la disponibilità dei dati in tempo reale. L’infrastruttura IT sostiene e abilita processi e apparecchiature digitali.
La risposta nelle tecnologie abilitanti
Per la gestione degli impianti delle strutture sanitarie è, dunque, indispensabile un’alimentazione sicura, ma anche l’efficienza energetica è un fattore importante. Per rispondere a queste esigenze e garantire i requisiti di continuità dei servizi in campo è necessario adottare anche soluzioni locali.
Gli UPS oltre a mantenere la connettività di rete, ma proteggono i dispositivi collegati da potenziali danni dovuti ad eventi correlati all’alimentazione come picchi di tensione, riduzione della tensione in ingresso, disturbi o instabilità delle frequenze.
A sostegno della resilienza e la continuità dei servizi in campo è importante adottare soluzioni digitali tecnologiche come i Micro Data Center. Modulari e scalabili possono aiutare gli ospedali a soddisfare le crescenti esigenze di elaborazione dei dati, migliorando al tempo stesso l’affidabilità dei sistemi e ottimizzando l’efficienza energetica.
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L’autrice del blog: Alessia Varalda, ingegnere elettrotecnico
Alessia Varalda è ingegnere elettrotecnico, writing and editor consulting, fotografa e blogger.
Appena laureata si è dedicata alla realizzazione di impianti elettrici per poi spostarsi nel mondo delle energie rinnovabili che ama tantissimo. Ha avuto la possibilità di scrivere e seguire il mondo dell’energia tradizionale e rinnovabile grazie ad una casa editrice tecnica. Ha quindi deciso di seguire “l’elettricità” sotto punti di vista diversi. Per circa 13 anni si è occupata de “Il Giornale dell’Installatore Elettrico”, prima come redattore, poi come responsabile della rivista.
Ha seguito, coordinato e realizzato contenuti per altre riviste: Impianti + Rinnovabili, Tecnologie Elettriche, Percorsi Illuminazione e Tis (Il Corriere IdroTermoSanitario). Inoltre ha realizzato due monografie sulle rinnovabili dal titolo Sole Acqua Aria e Acqua. Si è occupata di energia, di illuminazione, di climatizzazione e di rinnovabili. Ha organizzato corsi di formazione, convegni ed eventi legati all’energia e all’integrazione.
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